Visualizzazioni totali

lunedì 30 gennaio 2017

L'influenza Del Vento e Del Clima Nel Baseball: La Windy City (MLB)

Come tutti saprete negli sport all'aria aperta, Baseball in primis, il vento è un fattore mai da sottovalutare.
Soprattutto se in campo ci sono i Chicago Cubs o i White Sox.
Che sia Wrigley Field o Comiskey Park la storia non cambia moltissimo perchè siamo sempre nella Windy City: Chicago.
Sono diverse le ragioni per cui Chicago viene chiamata "città ventosa", sicuramente il vento gelidissimo che c'è in inverno e quello abbastanza forte estivo hanno influito ma contrariamente a quanto si crede la capitale dell'Illinois non è la città più ventosa d'America.
Per esempio i venti a Mount Washington (56.5 km/h), Blue Hill (24.5 km/h), Dodge City (22.3 km/h), Amarillo (21.7 km/h) e Lubbock (20 km/h) raggiungo velocità superiori.
Inoltre la velocità media annuale del vento di Chicago è 10,3 mph (16.6 km/h), invece a Boston (20.0 km/h).
New York City (15,0 km/h) e Los Angeles (12.1 km/h) siamo appena sotto.
Questo dal punto di vista prettamente atmosferico.
Ma vedendola da un altro punto di vista, Chicago in realtà si è guadagnata il titolo di città "ventosa", probabilmente per l'architettura degli alti edifici, per i quali gli ingegneri e gli architetti a quanto pare non avevano previsto che il vento venisse risucchiato verso il basso quindi sulle strade.
Un'altra spiegazione per l'origine del vento è che Chicago è sulle rive del lago Michigan.


IMPATTO DEL TEMPO CLIMATICO SU UNA PARTITA DI BASEBALL
Tutti sanno di come il vento soffia fuori e dentro Wrigley Field, vento che può appunto trasformare una partita normale in un Home Run Derby.
E vogliamo parlare dell'aria rarefatta di Coors Field che permette Home Run, doppi e tripli come se piovesse?
O al contrario di come la Dead Sea Air del McCovey Cove all' AT & T Park di San Francisco smorzi le palle facendole "morire" e volare poco.
Parlando in generale delle condizioni atmosferiche, l'impatto del clima su una partita di Baseball non è certo ristretto ad una forte tempesta che causa una pioggia ma può essere nascosto anche dietro una luminosa giornata di sole.

Mike Collins: "Il tempo può avere un impatto su ogni aspetto del gioco" 

Il Baseball è uno sport che si gioca in più stagioni, quindi i giocatori devono adattarsi per tutto l'anno. Ad esempio anche la Temperatura dell'aria (vento) può cambiare la traiettoria di una palla.
Immaginate di guardare una partita di Baseball ad aprile con tempo più freddo e un battitore colpisce in profondità verso le recinzioni, molto probabilmente la palla verrà raccolta dal guantone dell'esterno.
Se la stessa battuta e partita fosse stata giocata durante i mesi estivi, si poteva appunto vedere una palla colpito allo stesso modo, che probabilmente non sarebbe mai stata agguantata dall'esterno.
Detto in parole povere una palla presa al volo ad aprile, potrebbe diventare un Home Run nel mese di agosto.

Alan Nathan, professore di fisica presso la University Of Illinois: "I numeri che ho trovato dicono che variazioni di 10 gradi Fahrenheit cambierà la distanza di qualcosa come 2,5 piedi. Ciò non è una differenza enorme, se si sta guardando la cosa con una differenza di appunto 10 gradi. Ma se la differenza è di 40 gradi Fahrenheit tra aprile ed agosto, sicuramente gli effetti possono essere più consistenti"

Un altro fattore sempre da tenere bene a mente è la densità dell'aria che, come sappiamo, svolge un ruolo importantissimo nei tantissimi fuoricampo che si vedono a Coors Field (Colorado) e nei Ballpark Hitter Friendly.
Anche alte e basse temperature possono inoltre influenzare la presa di un lanciatore.

Matt Jones (head coach a Shippensburg University, Pennsylvania): "A volte è difficile far presa sulla palla se si sta sudando molto" 

Stesso discorso anche per quanto riguarda l'aria fredda che può rendere meno sensibile la palla al tatto del pitcher.
Che si tratti poi di un cielo nuvoloso o assolato, comunque c'è un impatto sulla partita.
Cieli nuvolosi possono arrecare difficoltà per gli esterni che non vedono uscire bene la palla dal box di battuta.
Con cielo sereno e senza nuvole, può essere difficile giudicare le fly balls a causa della percezione della profondità.


COSA INFLUENZA LE BATTUTE?
A meno che non si giochi al Tropicana Field (non che a Tampa le regole della fisica non valgano ma ricordiamo che il Ballpark è indoor/al chiuso), quando una palla da Baseball sta volando liberamente in aria, essa è influenzata da due forze principali: la gravità e l'attrito.
La gravità tira la palla giù ma la componente di attrito (o forza di trascinamento) varia a seconda delle proprietà dell'aria attraversata (temperatura, pressione e umidità).
La temperatura, pressione e umidità cambieranno la densità dell'aria.
L'aria meno densa si tradurrebbe in una distanza maggiore di volo.
Ad esempio, a Coors Field (cioè in altura, Colorado, aria meno densa) la palla viaggerà il 9 % in più rispetto allo Yankee Stadium (sito al livello del mare diciamo).
Quindi un 400 piedi girato allo Yankee Stadium percorrerebbe circa 436 piedi a Coors Field.
Premesso sempre che temperatura, pressione e umidità siano uguali.
Ovviamente questo discorso non vale solo per le Fly Balls.
La Fastball di un lanciatore raggiungerà più velocemente il piatto grazie all' aria meno densa di Coors Field ma lanci secondari come Curveballs, Sliders e Cutters/Splitters non avranno lo stesso comportamento perché l'aria poco densa ha meno resistenza di attrito.
Meno resistenza di attrito vuol dire che la palla, una volta colpita, farà un cammino maggiore (9 piedi di differenza tra altura e livello del mare).
Alcuni studi hanno mostrato fino a una differenza di 3 pollici per una breaking ball a livello del mare rispetto a quote più elevate.


WINDY CITY
Il vento che soffia riduce la resistenza di attrito e permette alla palla di viaggiare di più (se a favore), ma un forte vento contrario ne aumenterà la resistenza mantenendo le palle nel ballpark.
Lo stesso vento, se laterale, sarà in grado di spostare le palle verso le recinzioni destre o sinistre.
Per dimostrare quanto nel Baseball, sia importante questo fattore, basta fare mente locale a gara 3 e gara 4 delle World Series di quest'anno.
Nella prima sfida giocata a Wrigley il vento soffiava a favore dei battitori, spingendo le palline verso il fuoricampo, mentre in gara 4 le raffiche soffiavano verso l'interno del campo.
Infatti, come prevedibile, gara 3 è finita a bassissimo punteggio: 1-0 per Cleveland con zero fuoricampo battuti, mentre gara 4 ha visto 9 punti segnati in totale e ben 3 fuoricampo colpiti dalle due formazioni.
Nella seconda sfida c'è stata però una situazione molto anomala, impossibile da spiegare con i
soli numeri, anche per uno sport che vive di formule e statistiche.
L'episodio menzionata ha visto protagonisti Anthony Rizzo dei Chicago Cubs e Jason Kipnis dei Cleveland Indians.
Nella parte bassa del sesto, Rizzo ha battuto una lunga volata a sinistra, la palla sembrava destinata al
fuoricampo ma ha solo sfiorato le recinzioni, finendo nel muro di edera e costringendo il prima base dei Cubs ad accontentarsi di una corsa sino alla seconda base (doppio).
Pochi minuti più tardi, nella parte alta del settimo, Jason Kipnis ha battuto un lungo fuoricampo da 3 punti a destra.
Cosa hanno di simile queste due battute?
Praticamente tutto: velocità di uscita dalla mazza (104.1 miglia per Rizzo, 104.7 per Kipnis), angolo di uscita (25° Rizzo, 21° Kipnis), tempo di volo (5.1 secondi Rizzo, 4.8 Kipnis).
Secondo stats avanzate, quella di Rizzo, quest'anno, è diventata un fuoricampo l'80% delle volte, mentre quella di Kipnis aveva solo il 40% di possibilità.
Perchè allora Kipnis ha colpito e Rizzo no?
Semplicemente la locazione ed il vento: Rizzo ha battuto a sinistra, da dove provenivano le raffiche di vento contrarie.
Invece Kipnis a destra, dove il vento aveva minore influenza.
La battuta di Kipnis è finita all'incirca dove ci si aspetterebbe visti i suoi dati di velocità e angolo di uscita (403 piedi), mentre quella di Rizzo ha perso in volo oltre 30 piedi, cadendo a 362 piedi contro i 396 previsti.
Ne sarebbero bastati una decina in più per celebrare il fuoricampo.


T'interessano altri articoli su storie sportive(doping, scandali, suicidi, partite vendute, etc) e scommesse?
Qui trovi l'indice completo ed aggiornato del blog:  Indice Storie Sportive(Doping, Suicidi, Partite Vendute, Stake, etc)

giovedì 26 gennaio 2017

Malta ed Altri Paradisi Fiscali: Gioco D'Azzardo, Scommesse e Poker Online

Malta, al pari dell'UK e di isole annesse, è la patria del gioco online (Poker) e d'azzardo (Scommesse).
Alla base di tutto le agevolazioni fiscali.
Circa il 33% di tutte le aziende europee di gioco online si è spostato nell'isola.
Su base mondiale, invece, si stima che circa il 10% delle imprese che si occupano di gioco online abbia sede a Malta.
PokerStars e Full Tilt, ad esempio, hanno sede nel cuore di Sliema, una delle principali cittadine maltesi.
Stesso discorso vale per Betclic (Everest Poker), Unibet, Betfair, Betaland, Betsson e centinaia di operatori che offrono gioco online.
Per avere un ufficio come sede operativa sono disponibili soluzioni a partire dai 200 euro al mese e in alcune giurisdizioni è possibile assumere un dipendente locale con una spesa annua inferiore ai 3mila euro.
Tra le società maltesi, una tipologia frequente è la "Limited": il minimo di capitale da versare anticipatamente è di 1165 euro, che possono essere tra l’altro utilizzati per le spese senza restare in deposito.
L’alto numero di aziende che si occupano di servizi finanziari e di gioco online dà adito a giudizi ambivalenti.
Da alcuni questo aspetto viene visto come il risultato di una lungimirante politica fiscale che ha saputo offrire terreno fertile agli investimenti esteri.
Malta viene percepita come un paradiso fiscale all’interno dell’Unione Europea, istituzione di cui fa parte da 12 anni.
Oltre alla tassazione, anche le regole per quanto riguarda la tipologia di scommesse offerte sono molto più blande rispetto all'Italia ed altre nazioni estere.
Ovviamente tutto ciò porta al proliferare di vere e proprie organizzazioni criminale che, attraverso lo schermo di imprese del mercato dei giochi e delle scommesse a distanza e dislocando in Stati esteri i server per la raccolta informatica delle giocate e la loro gestione, aggirano la normativa che regola il settore.
Cioè ci si apre siti di questo tipo per evitare di pagare le tasse in Italia (avendo la sede legale all’estero).
Nessuna tracciabilità dei soldi, quote più alte per le scommesse e pagamenti cash.


CENTRI DI TRASMISSIONE DATI
Tecnicamente si chiamano “Centri di trasmissione dati”, ma in realtà si comportano come vere agenzie e permettono di giocare sui siti con dominio “.com” gestiti da società con sede nei paradisi fiscali, accettando denaro contante e pagando le vincite in contanti, con quote superiori a quelle previste dai siti “regolari” sottoposti al controllo dell'AAMS.
Un sistema di gioco online “parallelo”, al di fuori del sistema legale (siti con dominio “.it”), che tramite server situati all’estero (siti con dominio “.com”), consente di accedere a piattaforme di gioco senza che le autorità possano effettuare i controlli e i monitoraggi previsti dalla legge.
Inutile dire che il riciclaggio di soldi e il non pagamento dell'imposta unica sulle scommesse, è dietro l'angolo.
Attraverso concessioni regolarmente ottenute a Malta o in altri paesi per il gioco online vengono aperti conti di gioco a nome del titolare, o dei parenti dello stesso, di una sala fisica.
Questo perché è abitudine pagare la scommessa e avere uno scontrino, per ritirare poi la vincita. Qualcuno poi effettua la giocata al posto dello scommettitore e opera come se fosse un vero concessionario.
Il riciclaggio di denaro avviene tramite le Surebet: il bookmaker in pratica finge di sbagliare le quote per le scommesse, simulando una forte perdita e attraverso questi flussi di gioco va a creare grandi entrate per società difficilmente rintracciabili.


MA PERCHE' MALTA E' COSE' CONVENIENTE?
Il sistema fiscale è senza dubbio uno dei più favorevoli in Europa, soprattutto per le aziende che operano in questi settori (gioco online).
Oltre ad avere un sistema fiscale (per una persona fisica si arriva ad un massimo del 35% sui redditi) equilibrato, prevede una serie di rimborsi.
Il sistema è stato approvato nel 2006 dalla Commissione UE (si può arrivare fino ad un rimborso di 6/7 per le società, se si risponde a determinati criteri).
Inoltre trattandosi di un paese membro dell’Unione, dal 2010 è nella white list e non è considerato un paradiso fiscale in senso stretto, pertanto il network bancario è collegato con quello degli altri paesi europei e non comporta grosse complicazioni, in caso di transazioni e spostamento di flussi di denaro.
Chi pensa però di non pagare tasse o non avere obblighi dichiarativi è ovviamente fuoristrada.
Non dichiarare nulla al fisco maltese e continuare a movimentare denaro sui conti italiani (o esteri) potrebbe creare problemi sull'eventuale residenza estera maltese, visto che sarebbe facilmente dimostrabile dalle autorità fiscali un centro di interessi italiano (o estero) dell’individuo (a prescindere dal suo effettivo domicilio).
Discorso diverso se si mantiene residenza in Italia: in questo caso le vincite non vanno dichiarate.
Ci sono molti fattori che fanno si che Malta si imponga all’attenzione degli operatori, tra cui:

– Unico paese all’interno dell’Unione europea che regola il gioco a distanza
– Giurisdizione ben regolamentata, che salvaguardia gli interessi sia di operatori che di giocatori
– Regime fiscale molto interessante, se rapportato agli altri paesi dell'UE
– Licenza di gioco efficiente e relativamente poco costosa
– Presenza d'istituzioni di servizi finanziari, tra cui gateway di pagamento


ALTRI PARADISI FISCALI E DI AGEVOLAZIONE PER IL GAMBLING
Oltre a Malta, sono molti altri i paesi con agevolazioni fiscali di questo tipo dove vengono spostate società fittizie o reali.
Ad esempio Panama, Antille Olandesi, Romania, Canarie (Spagna).
Altre nazioni note: Singapore, Taiwan, Malesia e soprattutto le Filippine.

Per altre info su tasse, tipo e costo delle licenze: Licenze Gioco Malta



T'interessano altri articoli su storie sportive(doping, scandali, suicidi, partite vendute, etc) e scommesse?
Qui trovi l'indice completo ed aggiornato del blog:  Indice Storie Sportive(Doping, Suicidi, Partite Vendute, Stake, etc)

mercoledì 18 gennaio 2017

Record In MLB, NFL, NHL, NBA: Streaks, W-L, Strisce D'Imbattibilità

MLB
World Series Vinte
New York Yankees=27
St.Louis Cardinals=11
Philadelphia/Kansas/Oakland Athletics=9

Più World Series Consecutive Vinte
New York Yankees (1949-53)=5

Record W-L In Regular Season
Chicago Cubs (1906)=116-36
Seattle Mariners (2001)=116-46 (con 162 partite)

Vittorie Consecutive In Regular Season (W Streaks RS)
New York Giants (1916)=26 W (ma con 1 pareggio)
Chicago Cubs (1935)=21 W 

Vittorie Consecutive Playoff (W Streaks Playoff)
New York Yankees (1927, 1928 e 1932)=12 W

Vittorie Consecutive Regular Season & Playoff (W Streaks RS & Playoff)
Baltimore Orioles (1970)=17 W

Vittorie Consecutive Pitcher
Carl Hubbell-New York Giants (1936/37)=24 W



NFL
Super Bowl Vinti
Pittsburgh Steelers=6
Dallas Cowboys=5
New England Patriots=4

Record W-L In Regular Season 
Chicago Bears (1934)=13-0
Miami Dolphins (1972)=14-0
New England Patriots (2007)=16-0

Record W-L In Regular Season & Playoff
Miami Dolphins (1972)=17-0

Vittorie Consecutive In Regular Season (W Streaks RS)
Indianapolis Colts (2008/09)=23 W

Vittorie Consecutive In Regular Season & Playoff (W Streaks RS & Playoff)
New England Patriots (2003/04)=21 W

Vittorie Consecutive In Casa Regular Season & Playoff (W Streaks RS & Playoff)
Green Bay Packers (1995-98)=29 W

Vittorie Consecutive In Trasferta Regular Season & Playoff (W Streaks RS & Playoff)
San Francisco 49ers (1988-91)=21 W



NHL
Stanley Cup Vinte
Montreal Canadiens=24
Toronto Maple Leafs=13
Detroit Red Wings=11

Più Stanley Cup Consecutive Vinte
Montreal Canadiens (1956-60)=5 

Record W-L-T In Regular Season 
Boston Bruins (1929/30)=38-5-1
Montreal Canadiens (1976/77)=60-8-12
Detroit Red Wings (1995/96)=62-13-7

Miglior Record In Casa In Regular Season
Philadelphia Flyers (1975/76)=36-2-2

Miglior Record In Trasferta In Regular Season
Detroit Red Wings (2005/06)=31-7-3

Vittorie Consecutive In Regular Season (W Streaks RS)
Pittsburgh Penguins (1992/93)=17 W

Vittorie Consecutive In Casa
Detroit Red Wings (2011/12)=11 W

Vittorie Consecutive In Trasferta
Detroit Red Wings (2005/06) e Minnesota Wild (2014/15)=12 W

Vittorie Consecutive Ai Playoff
Pittsburgh Penguins (1992/93)=14 W

Striscia D'Imbattibilità
Philadelphia Flyers (1979/80)=35 (25 W e 10 T)

Striscia D'Imbattibilità In Casa
Montreal Canadiens (1976/77)=34 

Striscia D'Imbattibilità In Trasferta
Montreal Canadiens (1974/75)=23



NBA
NBA Vinte
Boston Celtics=17
Los Angeles Lakers=16
Chicago Bulls=6

Più NBA Consecutive Vinte
Boston Celtics (1959-66)=8 

Record W-L In Regular Season 
Golden State Warriors (2015/16)=73-9

Vittorie Consecutive In Regular Season
Los Angeles Lakers (1971/72)=33 W

Vittorie Consecuive Ai Playoff
Los Angeles Lakers (1987-89)=13 W



T'interessano altri articoli su storie sportive(doping, scandali, suicidi, partite vendute, etc) e scommesse?
Qui trovi l'indice completo ed aggiornato del blog:  Indice Storie Sportive(Doping, Suicidi, Partite Vendute, Stake, etc)

venerdì 13 gennaio 2017

Graham Taylor, Le Long Ball e Il Miracolo Watford

Graham Taylor si è spento il 12 gennaio 2017, all'età di 72 anni.
Forse un attacco di cuore.
Di lui si ricorda soprattutto la grande cavalcata con il Watford, portato in Europa nel giro di 5 anni, partendo dalla quarta serie.
O ancora la finale persa di FA Cup 1984 contro l'Everton.
Ma prima di andare al Watford altrettanto buoni erano stati i risultati con il Lincoln City e in seguito con l'Aston Villa.
Invece la sua parentesi con la nazionale inglese fu un po' deludente (1990-1993).
Fu tra i primissimi manager inglesi a mettere da parte lo stile, in favore della sostanza.
Inoltre fu tra i promotori di un "Kick And Rush" evoluto, più moderno diciamo, fatto comunque di un notevole pressing per un gioco comunque sempre offensivo.
Precisione, equilibrio, intelligenza.
Il piano di gioco di Taylor era lanciare la palla in avanti nell'area avversaria oppure lateralmente verso una delle due ali.
Calcio magari non per puristi ma ben studiato quindi redditizio e difficile da neutralizzare per le difese.

Graham Taylor: "La gente parla di gioco diretto, quello che dico è che ci sono solo due modi di passare la palla: per qualcuno negli spazi o direttamente sui piedi/sul corpo.
Se si passa sempre negli spazi si perde il possesso, se si passa la palla a qualcuno non la si darà agli avversari, avere un approccio diretto vuol dire avere il giusto equilibrio.
Gioco diretto non vuol dire buttare ogni pallone in avanti, si tratta invece di sfruttare gli spazi più di quanto si farebbe passando la palla sui piedi.
Il gioco diretto predilige passare la palla negli spazi piuttosto che ai compagni ma ho usato la parola passare, non Kick And Rush, passare la palla"


IL MIRACOLO WATFORD
Nel 1977 un 32enne Graham Taylor, diviene allenatore del Watford in quarta divisione (manager precocissimo se consideriamo che allenava il Lincoln da 5 anni!).
Leggenda vuole che la società sceglie Taylor per un piano assolutamente folle: portare il Watford in Europa.
Negli anni 70, Taylor propone una versione evoluta della "Long Ball".
Secondo Stan Cullis ed Herbert Chapman, è impossibile per una squadra arrivare al successo se tutto quello che i giocatori fanno è lanciare la palla in avanti a caso.
Taylor non la pensa così.
Viene impiegato Charles Hughes come consulente che, insieme a Charles Reep, fu tra i primi a mettere a punto un approccio matematico, basato su dati e statistiche per scegliere la strategia di gioco migliore.
Le conclusioni a cui Hughes e Reep giunsero è che la maggior parte dei gol segnati nelle partite era preceduto da tre o meno passaggi, ciò in poche parole la palla lunga era la tattica più redditizia.
Diretti, disciplinati, corsa, pressing, sudore e ben messi in campo: questo era il Watford voluto da Taylor.

“Il nostro stile era basato sul pressing. Così, anche se il terzino destro era in possesso del pallone nella sua metà campo, noi andavamo a pressarlo. 
Giocavamo un calcio ad alto ritmo, perciò dovevamo essere in perfetta condizione fisica. 
Quando il punteggio è sullo 0-0 con tre o quattro minuti da giocare, i giocatori che fanno? 
Lanciano la palla in avanti e i giocatori cercano il pallone. 
Ma allora perché non farlo dai primi minuti, se i giocatori sono in perfetta forma?”

Introduce il 4-4-2, anticipando forse anche Sir Alf Ramsey.
Alla prima stagione, il Watford domina la Fourth Division, che vince con 71 punti, 11 in più della seconda, il Southend United.
È il record assoluto per la divisione, a tre dal primato in Football League fatto registrare dal Lincoln City, allenato sempre da Taylor, nel 1975-76.
Quell’anno segna una serie di altri primati per la storia del club: maggior numero di vittorie sia totali (30) che in casa (18) che in trasferta (12) e maggior numero di gol segnati fuori casa (42).

Ian Bolton: "Quando sono arrivato al Watford, Graham Taylor portava con sé un grande libro di tattiche. 
Il concetto base era che se la palla era nella metà campo avversaria, loro non potevano segnare ma noi sì. 
Taylor guardava quanti tiri e quanti cross riuscivamo a fare, perché se non attacchi non tiri e se non tiri non segni"

Luther Blissett: "Quello che Taylor ha portato era un pensiero semplice: giocare in base alle nostre forze. E la forza della nostra squadra erano gli attaccanti e le ali. 
Perciò quello che la squadra cercava di fare era portare il pallone in zone da cui potevamo segnare. 
Ogni nostra partita era eccitante da guardare e da giocare perché giocavamo sempre per vincere. 
Contro di noi i difensori dovevano sempre essere concentrati al massimo e spesso non ci riuscivano. 
In più, non sempre capivano quello che avremmo cercato di fare e dunque non sapevano esattamente cosa fare per fermarci" 

Nella stagione successiva il Watford si ripete.
Grazie ai gol di Ross Jenkins, capocannoniere con 29 reti, gli Hornets ottengono la seconda promozione consecutiva.
Il tris immediato non riesce.
La prima stagione di Second Division si conclude con una salvezza tranquilla, con 7 punti di vantaggio sul Fulham, la prima retrocessa.
Il dichiarato obiettivo di arrivare in First Division non riesce nemmeno l’anno successivo.
Il Watford gioca bene ma non va oltre il nono posto, a 43 punti, 7 in meno dello Swansea, che chiude terzo e aggancia l’ultimo posto utile per la promozione.
Ma alla terza stagione consecutiva in Second Division gli Hornets volano nell’élite del calcio inglese. Vincono 23 partite su 42, chiudono secondi con 80 punti grazie ai 25 gol di Blissett, al genio di John Barnes e alla velocità di Nigel Callaghan.
Il 4-4-2 è il modulo principale ma si ricorda anche il 4-2-4 e il 3-4-3.
Una squadra così offensiva creava problemi ai centrocampisti offensivi avversari: seguire terzini e ali arretrando o lasciarli liberi?
Al debutto in First Division il Watford vince 2-0 contro l’Everton.
Alla seconda, arriva anche la prima vittoria in trasferta, 4-1 sul campo del Southampton.
In Coppa di Lega nel 1980 gli Hornets sono capaci di passare il turno vincendo 7-1 in casa dopo aver perso 4-0 all’andata.
Il Watford segna, domina e diverte.
Alla quinta giornata, il 12 settembre, arriva il quarto successo nelle prime cinque giornate: 3-0 al West Bromwich, con doppietta di Blissett e gol di Les Taylor.
Il Watford è in testa alla classifica.
Il 25 settembre 1982 è una data che i tifosi degli Hornets non dimenticano facilmente.
Il Watford batte il Sunderland 8-0: è la vittoria più larga nella storia del club, che arriva nella settima partita della sua storia in First Division.
Stampa e media si accorgono del Watford, dopo la vittoria a WHL contro il Tottenham per 0-1 (ben 19 calci d’angolo).
La vittoria finale è accompagnata da insulti e critiche.
Taylor e Jackett sono accusati di tackle pericolosi su Hoddle e company.
Burkinshaw, manager del Tottenham, dichiara: “Io non giocherò mai come loro”.
Dopo 3 settimane il Watford si impone 4-2 ad Highbury sull’Arsenal di Don Howe.
“Da quanto tempo” si chiederà Taylor a fine partita, “i tifosi non vedevano 6 gol ad Highbury?”. Almeno dagli anni 50.
Dicembre è chiuso con gli Hornets al sesto posto.
A febbraio gli Hornets vincono a Swansea, che hanno impiegato un anno meno del Watford a passare dalla Division 3 alla Division 2.
Dopo qualche pareggio,a a febbraio arriva il successo interno sull’Aston Villa, ai tempi campioni d’Europa in carica.
In primavera il Watford continua a dare spettacolo in casa: 5-2 al Luton, 5-3 al Notts County, ma fa molta fatica in trasferta.
Il 19 aprile il Liverpool diventa matematicamente campione d’Inghilterra, ma gli Hornets possono ancora inseguire l’Europa.
All’ultima giornata il Watford affronta in casa i neo-campioni allenati da Bob Paisley, il manager di maggior successo nella storia del campionato inglese, che in 9 anni ad Anfield ha vinto sei campionati, tre Coppe dei Campioni, una Coppa Uefa e tre Coppe di Lega.
Dopo 49 minuti il Watford è avanti 2-0.
Il gol di Johnston, di testa, non oscura la festa.
Il Watford chiude al secondo posto, in quello che è ancora oggi il miglior piazzamento di sempre della squadra.
Dall'inferno alla first division e poi all'Europa, in soli 5 anni.



T'interessano altri articoli su storie sportive(doping, scandali, suicidi, partite vendute, etc) e scommesse?
Qui trovi l'indice completo ed aggiornato del blog:  Indice Storie Sportive(Doping, Suicidi, Partite Vendute, Stake, etc)

giovedì 12 gennaio 2017

Moduli e Tattiche Nel Calcio Inglese: Da Fine 800 Al Nuovo Millennio

Siamo nel 1872, il calcio stava nascendo in Inghilterra.
La partita è Inghilterra-Scozia.
Inglesi schierati con l'1-1-8 e scozzesi più "prudenti" con il loro 2-2-6.
Ebbene si, 22 giocatori in campo e ben 14 attaccanti.
Era un altro calcio, un calcio se vogliamo degli e per "aristocratici", praticato soprattutto a Sud dell'Inghilterra.
Nessuna tattica, tanti giocatori in avanti e classico dribbling game: non esistevano (o comunque erano rari) i passaggi.
Questo almeno in Inghilterra, in Scozia c'era un abozzo di passing football.
Le squadre aristocratiche che dominavano ai tempi erano: Wanderers, Old Etonians, Oxford
University, Royal Engineers ed Old Carthusians.
Nativo di Glasgow, George Burrell Ramsay arrivò a Birmingham giovanissimo, e mentre assisteva ad una partita del neonato Aston Villa notò come il gioco fosse assai poco raffinato: invitato a partecipare, mostrò tali qualità tecniche da impressionare gli entusiasti ma rozzi compagni, che lo invitarono a restare con loro.
Era il 1874.
Ramsay fu prima giocatore del Villa, poi manager e infine segretario: da calciatore fu il regista della squadra, introducendo i compagni a un gioco corale e composto da tanti passaggi che stupì il resto d'Inghilterra, mentre da allenatore guidò il club nei suoi anni migliori, conquistando 6 campionati e 6 coppe nazionali.
Altra squadra inglese che seguiva queste orme erano i Wanderers.
Fedeli al proprio nome non solo gli Wanderers non ebbero mai un proprio stadio, giocando di volta in volta dove meglio gli aggradava, ma portarono anche il verbo del pallone in lungo e largo per l’Inghilterra, istruendo le  popolazioni che incontravano nel loro cammino e assicurandosi che in ogni dove germogliasse lo spirito del football.
Conquistatori della prima edizione della FA Cup, i “vagabondi” di Alcock si ripeterono in quattro occasioni, laureandosi così miglior squadra del Paese in un tempo in cui il campionato era ancora soltanto un’idea, ben 5 volte nei primi 7 anni.
Insieme alla nazionale scozzese, forse il primo club a sviluppare un abozzo di gioco collettivo fu il Royal Engineers: si trattava di soldati che con grande coordinazione si occupavano di allestire i macchinari e di occuparsi dei territori minati.
Fu forse proprio metodo militare, l'aiutarsi uno con l'altro a sviluppare questo nuovo modo di giocare.
I numerosi scozzesi che facevano parte del corpo avevano portato il proprio stile basato su rapidi passaggi corti e una difesa più o meno organizzata ed affinato grazie alle lunghe ore trascorse insieme dai giocatori durante la leva e dallo spirito marziale proprio dell’esercito, e questo portò i Royal Engineers sul tetto d’Inghilterra nel 1875, quando conquistarono la loro prima e unica FA Cup.


JACK HUNTER E LA PIRAMIDE DI CAMBRIDGE: 2-3-5
La prima evoluzione fu data dal Blackburn Olympic che si schierava con quello che poi diventerà modulo convenzionale dell'epoca, ovvero il 2-3-5 o detto "Piramide di Cambridge".
Portiere, 2 terzini, 3 mezze punte (o comunque uno dei tre, faceva da regista se vogliamo) e 5 centravanti.
Sotto certi versi, questo nuovo approccio suona più prudente ma in realtà non era molto diverso, almeno in apparenza, a quelle origini.
Al difensore solitario, n'era stato aggiunto un altro e al posto di schierarne 8 in avanti, 3 stavano appena più dietro le 5 punte.
Questo modulo nacque nell’Università di Cambridge, messo appunto per sfidare nel tradizionale varsity match gli eterni rivali di Oxford, decisamente più forti nei fondamentali.
Il battesimo di questa nuova tattica avvenne in occasione della finale della Coppa del Galles datata 30 marzo 1878 che vide il Wrexham superare i fortissimi Druids: “il suo capitano e terzino, Charles Murless, un agente immobiliare del luogo, decise di arretrare E.A. Cross dalla linea d’attacco, a quanto pare perché riteneva che la velocità del centravanti che rimaneva, John Price, fosse sufficiente per coprire qualsiasi mancanza risultante in attacco”.
Era del resto diventato evidente, a chi non affrontava il calcio con il paraocchi della tradizione tipica dei nobili del sud, che il gioco andava evolvendosi sempre più verso un concetto di squadra, di strategia e di gioco corale.
Cioè che in poche parole si passasse dal dribbling game (pur con qualche accenno di passaggi) ad uno stile più moderno, e questo avvenne nel 1883: mentre infatti in Scozia il Dumbarton conquistava la coppa nazionale sconfiggendo il ben più quotato Vale Of Leven, altrettanto avveniva in Inghilterra grazie al Blackburn Olympic di Jack Hunter.
Quest’ultimo era stato un notevole terzino del movimento calcistico del nord del Paese, e arrivato a indossare la maglia della Nazionale aveva visto con i suoi occhi la superiorità del gioco sui passaggi praticato dagli scozzesi e aveva deciso di trasferirlo nell’Olympic, la squadra che lo aveva ingaggiato quando era giunto al termine di un’avventurosa carriera come calciatore: le ultime stagioni da giocatore Hunter le impiegò per assemblare la squadra che avrebbe rivoluzionato il calcio.
Questo schema in fase difensiva garantiva maggiore compattezza di fronte agli attacchi avversari, con i due mediani laterali che potevano occuparsi delle ali lasciando al mediano centrale il compito di dare una mano ai difensori prendendosi cura del centravanti.
Allo stesso tempo, quando la squadra recuperava il possesso del pallone, spettava a questo giocatore fungere da fulcro del gioco: un po’ stopper e un po’ regista.
Velocità, corsa, resistenza, tattica.
Una delle miriadi di ragioni per cui i fans dell'Old Etonians (gli aristocratici citati all'inizio) avrebbero avuto per disprezzare quelli del Blackburn, era sicuramente l'approccio professionale alle partite.
Come detto l'Olympic stava perfezionando il passing football mostrato dalla Scozia nei vari match contro l'Inghilterra, sotto l'allenatore Jack Hunter.
Quest'ultimo introdusse anche diete, sessioni di allenamento per migliorare velocità e fisico.
L'Old Etonians, aveva vinto ben due edizioni della FA Cup ma con l'avvento dell'Olympic erano iniziate ad arrivare anche sonore scoppole...anche se sino all'anno prima (1882) erano riusciti a battere l'altra squadra di Blackburn: i Rovers.
Ma contro l'Olympic era diverso: i loro giocatori erano in forma, veloci e avevano un piano partita.
Per dirla in parole povere, l'Old tirava calci agli avversari e praticava il classico dribbling game, invece l'Olympic il suo veloce passing football.
Giocando in questo modo e unendo a questo una preparazione fisica mirata assolutamente inedita all’epoca, i Blackburn Olympic si fecero largo tra avversari ben più forti, giungendo fino in finale e qui sconfiggendo gli aristocratici Old Etonians di Lord Arthur Kinnaird, in una gara che avrebbe cambiato il calcio per sempre: mai prima di allora una squadra giunta fuori da Londra aveva vinto la FA Cup, mai lo aveva fatto una squadra popolare, sorta senza alcun legame con public schools e università.
Il Blackburn Olympic fu la prima squadra del Nord dell'Inghilterra a vincere la FA Cup nel 1883 e fu anche il primo club a riuscirci con soli giocatori inglesi.
Due furono i convocati nella nazionali inglesi: James Ward e Tommy Dewhurst (che però non vedrà mai il terreno di gioco ed anzi verrà escluso dalla squadra perchè coinvolto in una mega rissa contro il Northwich Victoria).
La squadra poi verrà dissolta per problemi economici e in FA Cup inizierà il dominio dell'altra squadra della città: i Blackburn Rovers (che vinceranno 5 FA Cup nei successivi 9 anni).
Fin dai suoi albori il calcio fu in continua evoluzione dal punto di vista tattico: il primo modulo riconosciuto, paragonabile oggi ad un 2-3-5, fu praticato in modo vincente ad alti livelli dal Blackburn Rovers capace di vincere ben 5 volte la Coppa d'Inghilterra dal 1884 al 1891, con addirittura 3 vittorie consecutive.
L'allenatore dei Rovers fu Thomas Brown Mitchell uno dei primi manager a tutto tondo che il calcio ricordi: scozzese di Dumfries, con la sua sagacia tattica confermò che se era vero che gli inglesi avevano inventato il calcio erano gli scozzesi ad averlo compreso e codificato.
Dopo essersi imposti per due volte sconfiggendo in finale il Queen's Park di Glasgow (a riprova del dominio scozzese negli anni '80 del XVIII° Secolo, confermato anche dalle vittorie dell'Aston Villa del duo scozzese Ramsay-Hunter) i Rovers vinsero il terzo trofeo consecutivo sconfiggendo il West Bromwich Albion nel 1886 e ricevendo per questa "tripletta" un vassoio d'argento dalla Football Association.
Mitchell rimase 12 anni sulla panchina dei Rovers (vincendo altre due FA Cup) per poi passare al Woolwich Arsenal, il moderno Arsenal FC, di cui è considerato il primo manager di sempre.
Anche il Preston North End degli “invincibili” di William Suddell, capace di vincere il primo campionato inglese e la FA Cup nella stessa stagione senza subire alcuna sconfitta, utilizzò questa tattica.
Ok, il calcio stava cambiando e sempre più squadre stavano utilizzando il nuovo schema ma ai tempi, semplicemente, il Preston lo faceva meglio di chiunque altro.
Anche i club ostili di Londra, dovettero adattarsi, non solo allo stile di gioco ma anche ad allenamenti e quindi ad un qualcosa di più professionale.
Il successo del Tottenham nella finale della FA Cup 1901 (primo successo londinese dal 1882), dimostrò che il club di Non League (serie inferiori) aveva adottato con successo lo stile di gioco.
I vecchi tradizionalisti dovettero riflettere molto su quest'evento.


WILLIAM GARBUTT E JIMMY HOGAN
Mentre l'inglese William Garbutt portava il calcio in Italia partendo dalle basi ed insegnando i fondamentali, introducendo sistemi di allenamento innovativi (i pali in fila sul campo che i giocatori dovevano superare palla al piede scartandoli senza farli cadere, o i palloni appesi a una corda e tirati sempre più su per addestrare gli atleti all'elevazione e al colpo di testa) e cementando il gruppo...
fu invece Jimmy Hogan, a diffondere l'insegnamento del calcio in vari paesi europei.
Garbutt utilizzava come modulo il Metodo: 2-3-2-3 (o detto anche WW).
Questo sistema di gioco era nato grazie a Vittorio Pozzo ed era un modulo di gioco molto più difensivo rispetto alla piramide di Cambridge.
Garbutt non disdegnava il lancio lungo (long ball): i difensori effettuavano lanci lunghi con la folta schiera di attaccanti che si avventava sulla palla.
L'esigenza di un nuovo sistema di gioco (cioè dalla Piramide al Metodo, era dovuto alla nuova regola del fuorigioco: si era passati da 3 giocatori a 2. Cioè inizialmente bastava che 1 difensore salisse per mettere gli avversari in fuorigioco, poi si è passati a 2).
Jimmy Hogan era nato nel 1888 in Inghilterra, nel Lancashire, secondo dei tredici figli di un mugnaio cattolico irlandese, e aveva giocato in parecchi club: Nelson, Swindon, Fulham, Burnley e Bolton, ricavandone una buona fama.
Subito dopo se ne era andato in Olanda ad allenare il Dordrecht, poi era tornato in Inghilterra, al Fulham.
Tornava periodicamente in patria, ma la sua meta preferita era l'Austria, e qui per sua sfortuna si trovava allo scoppio della prima guerra mondiale.
Venne internato, ma la sua pratica del pallone nel campo di prigionia gli valse la libertà.
Fu rilasciato a condizione che continuasse in Ungheria il suo lavoro di allenatore e ne facesse regolare periodico rapporto alla polizia.
I metodi di gioco di Hogan erano stati maturati dalla“scuola scozzese”, incentrata su veloci passaggi e un continuo scambio di posizioni in campo, questo modulo di gioco stava aprendo le porte al sistema.
Ad ogni modo Hogan utilizzava ancora il 2-3-5, il suo credo era "più teniamo noi la palla e meno gli avversari possono farci del male".


HERBERT CHAPMAN E IL SISTEMA (WM)
Il nome di Herbert Chapman è notoriamente associato all’Arsenal.
Eppure i suoi primi successi sono da ricercare alla guida dell’Huddersfield Town, club nel quale era giunto nel 1921 come segretario e che dall’anno successivo lo vide protagonista come allenatore.
Chapaman fu capace di forgiare in poco tempo una squadra rivoluzionaria e fortissima, la prima capace nell’impresa di vincere tre campionati consecutivi dal 1924 al 1926: un record da allora raggiunto da altri tre club ma mai superato.
Nonostante l’ultimo di questi trionfi fosse avvenuto l’anno successivo alla partenza del tecnico per Londra, l’Huddersfield patì oltremisura l’addio di Chapman e dopo due secondi posti consecutivi si allontanò sempre più dalle posizioni di vertice prima e dal calcio che conta.
Questi successi giunsero con il "Sistema" il cui scopo era di creare un’alternativa più offensiva al “Metodo” che si stava sviluppando parallelamente in Italia e nell’Europa Centrale; questa disparità di vedute, piuttosto netta, la potremmo definire la prima vera disputa tattica della storia del calcio.
Il coach britannico accolse con vivo interesse l’apparentemente banale suggerimento del suo difensore Charlie Buchan: perché non far retrocedere il centromediano in posizione difensiva per far fronte alla superiorità numerica in attacco che la nuova regola del fuorigioco favoriva?
In questa maniera i due terzini vennero spostati sulle fasce ad occuparsi della ali avversarie mentre il centromediano passò dal centrocampo alla difesa e gli furono assegnati compiti di marcatura sul centravanti avversario: era nato lo stopper, e soprattutto era pronto l’antenato “ufficiale” del 3-4-3, un 3-2-2-3 che in campo assumeva la forma di una WM dall’alto.
In attacco, i due “inside forwards” (che nella piramide giocavano affiancati ai tre attaccanti e nel “Modulo” avevano il compito di scompaginare gli equilibri difensivi avversari) divennero degli autentici rifinitori, pronti ad ispirare i finalizzatori d’area di rigore.
Comunque la differenza sostanziale tra il WM di Chapman e il Metodo di Pozzo era nella zona difensiva del campo.
Pozzo optava per 2 difensori centrali messi proprio di fronte il portiere ed altri 3 giocatori messi davanti a loro, di cui quello in mezzo a tale trio dava qualità sia in attacco che in difesa facendo da perno difensivo.
Chapman, invece, schierava 3 difensori di cui il centrale svolgeva il ruolo di impostare il gioco dalla difesa.
I 4 centrocampisti sono stati cruciali per il piano di gioco di Chapman in quanto partecipavano sia alla fase difensiva che offensiva: andando avanti ed indietro per il campo.
Il Metodo di Pozzo era un adattamento più difensivo del 2-3-5 rispetto al WM di Chapman WM, i 2 centrali per Pozzo dovevano marcare a uomo le punte avversarie, i 3 avanti invece ostacolavano le ali avversarie (quindi si trattava quasi di una difesa a 5).
Era essenzialmente un formazione basata su solide fondamenta difensiva che tentava di ostacolare il gioco degli avversari.
Il WM era più offensivo, dato che Chapman prevedeva giocatori che facessero entrambe le fasi.
Questo modulo di gioco più spregiudicato (almeno rispetto al Metodo in voga in Italia e nell'Europa Centrale) divenne la regola in Inghilterra.
Anche se c'era qualche eccezione come Charlie Spencer, che svoltò il 2-3-5 dei primi del 900 in un 3-2-5 elastico e trasformabile in un 3-3-4.
Spencer allenò Wigan, Grimsby Town e York City.
Da citare anche Fred Pentland che portò tra anni 20 e 30 il "passing football" in Spagna.
Altri quali lo scozzese William Jeffrey che guiderà la nazionale americana schierava un 2-3-4-1.
Walter Winterbottom, molto old school, come commissario tecnico dell'Inghilterra ai mondiali del 1954 scelse il 2-3-5.


THE REVIE PLAN
Il Piano Revie fu un sistema tattico utilizzato negli anni '50 in Inghilterra da Les McDowall, allenatore del Manchester City.
In realtà non fu lui ad "inventare" il sistema.
Il sistema venne chiamato così perchè Don Revie ebbe il ruolo più importante in esso.
Nel 1953, la nazionale inglese era stata battuta 6-3 a Wembley dall'Ungheria.
Il piano Revie probabilmente fu una variazione delle tattiche usate dai magiari (secondo Ken Barnes non fu così), dove Don Revie tornava dietro giocando in una posizione insolita per lui.
Revie retrocedeva centralmente in profondità per ricevere la palla, portando il difensore centrale fuori posizione.
Il sistema è stato implementato in primis dalla squadra riserve del Manchester City, che rimase imbattuta nelle ultime 26 partite della stagione 1953/54.
Prima dell'inizio della stagione 1954/55, il Manchester City chiamò la sua squadra in precampionato con due settimane di anticipo per provare la nuova tattica.
L'esordio fu amaro (5-0), ma i giocatori in seguito si abituarono al sistema ottenendo buoni successi. Utilizzando questo sistema di Manchester City raggiunse la finale di FA Cup 1955,  perdendo però 3-1 contro il Newcastle United.
L'anno successivo il City raggiunse di nuovo la finale dove batterono 3-1 il Birmingham City.

Secondo Ken Barnes, questa tattica non solo non derivava dagli Ungheresi ma nacque anche quasi casualmente:
"Johnny Williamson era un Inside Forward che giocava a tutto campo: s'inseriva in attacco in profondità e poi tornava dietro nella sua metà-campo in linea quasi con i difensori. 
Essendo un giocatore d'attacco quando Johnny ritornava indietro, gli avversari non sapevano come comportarsi.
Io invece mi spingevo in avanti, cercando di sfruttare la confusione che si era creata negli avversari. 
Tradizionalmente una mezz'ala era vista, in primo luogo, come difensore. 
Con questo sistema io potevo fare ciò che sapevo fare meglio. 
Difensivamente parlando non ero granchè ma in avanti come attaccante sapevo il fatto mio.
Se devo essere onesto, il sistema nacque più per caso che per pianificazione. 
Johnny inizialmente venne messo centravanti per via di un infortunio.
Abbiamo adottato questo sistema prima degli Ungheresi, anche se McDowall vedendoci giocare così con le riserve, lo considerava senza senso. 
E disse anche che giocando così non l'avremmo mai fatta franca in prima divisione"


BILL NICHOLSON E IL 3-3-4
Bill Nicholson allenò il Tottenham tra il 1958 e il 1975 promettendo una squadra offensiva, se è possibile ancor più della famosa Ungheria che aveva battuto a Wembley l'Inghilterra.
Il modulo che Nicholson utilizzava era basato più o meno sul 2-3-3-2 della grande Ungheria, con la differenza che al posto del trequartista dietro le due punte, Nicholson utilizzava un altro centravanti per quello che era un line-up molto offensivo.
Più propriamente si trattava di un vero e proprio 3-3-4.
La sua prima scelta a centrocampo prevedeva la presenza fisica di Dave Mackay, l'astuzia e la creatività di Danny Blanchflower, infine la velocità e concretezza di John White.
Avanti a questi c'erano le due ali Cliff Jones e Terry Dyson, con Bobby Smith e Les Allen.
Ma la formazione era abbastanza flessibile, potendosi trasformare in un 3-4-1-3 o addirittura in un 3-5-1-2.
Quel Tottenham fu una formazione difficilissima da affrontare, in patria come in Europa.
Basti dire che vinsero una Coppa delle Coppe umiliando 5-1 l'Atletico Madrid nel 1963, vinsero anche una Coppa UEFA nel 1972.
Nicholson disilluso per via del fenomeno sempre più crescente dell'Hooligalismo, di lì a poco abbandonerà il Calcio.


ALF RAMSEY E IL 4-1-3-2 OPERAIO
Un manager che aveva deciso di poter fare a meno delle ali era Alf Ramsey, nominato responsabile del modesto club inglese dell' Ipswich Town nel 1955.
Per lui nessun giocatore deve godere di trattamenti speciale, loro erano tutti, lui compreso, soltanto parti di un bene superiore.
Se infrangevi le regole che Ramsey aveva messo in atto, professionalmente o caratterialmente, rischiavi di essere messo da parte senza se e senza ma.
Nessuno avrebbe fatto eccezione, ipoteticamente neppure il più grande giocatore al mondo.
Basti ricordare quando in un pre-tour del 1964 Jimmy Greaves, Bobby Moore e Bobby Charlton vennero mandati a casa.
Non importava che fossero tre dei protagonisti in Inghilterra e in Europa.
Ramsey prima della sua nomina chiese il controllo totale, quasi a livello dittatoriale.
Già ad Ipswich non giocava con le ali tradizionali, principalmente per la loro scarsa attitudine difensiva.
Come Herrera, Ramsey credeva che la solidità della squadra fosse data dalla difesa.
E pensando ad ali quali Tom Finney e Stanley Matthews (tra gli altri), per il calcio inglese fu una discreta rivoluzione.
Ramsey da giocatore era un terzino destro e giocò nel famoso 3-6 subito dall' Ungheria nel 1953, dove il suo "partner" sul lato destro era Matthews uno che non aveva tra le sue doti quelle difensive,
lasciando irrimediabilmente la retroguardia inglese esposta e vulnerabile.
Ramsey cercò di giocare con un 4-4-2, optando per Alan Ball e Martin Peters come esterni: due in grado di ripiegare indietro e contemporaneamente aiutare i due attaccanti.
Ma il mondiale 1966 venne iniziato con il 4-3-3, anche se in seguito divenne un 4-1-3-2 con Geoff Hurst e Roger Hunt più Bobby Charlton.
Alla stella Bobby Charlton era richiesto di giocare più profondo e creare un collegamento tra attacco e centrocampo (il modulo può essere letto anche come un 4-1-2-1-2).
Fondamentalmente, Nobby Stiles fu spostato indietro agendo come centrocampista difensivo.
La creatività di Alan Ball, così come le capacità difensive di Bobby Moore diedero solidità ed impostazione da dietro alla squadra.
L'altro difensore centrale, Jack Charlton, non era di certo il più talentuoso del paese ma grazie alla sua stazza formava una coppia formidabile con Moore (sempre freddissimo e bravissimo nell'intercettare passaggi e cross avversari.
Come detto Stiles messo davanti alla difesa fu un colpo da maestro di Ramsey, forse fu proprio questa mossa a permettere all'Inghilterra di vincere il torneo.
Infatti l'Inghilterra iniziò con uno 0-0 contro l'Uruguay, subissata dai fischi dei tifosi.
L'Inghilterra era stata prudente, l'Uruguay ancor di più con tutti i giocatori dietro la palla.
Ramsey, tuttavia, fu felice del risultato e della prestazione, dicendo: "non abbiamo vinto, ma non abbiamo neanche perso, possiamo ancora qualificarci, a patto di mantenere la porta inviolata e quindi di non perdere".
Uruguay, Messico e Francia furono affrontate con il 4-3-3.
Tre partite, tre diversi ali: John Connelly, Terry Paine e Ian Callaghan tutti sulla destra a fronte di un tridente che includeva uno dei suddetti giocatori accanto a Roger Hunt e Jimmy Greaves.
Nella fase ad eliminazione diretta si vide il già citato 4-1-3-2.
Il 4-1-3-2 di Ramsey era un derivato maggiormente prudente del 4-3-3 che stava diventando un'opzione sempre più popolare per le squadre di calcio nel corso degli anni 1960 e '70, soppiantando i vecchi moduli e il 4-2-4.
Nella finale poi vinta 4-2 contro la Germania, Stiles ed Alan Ball furono sicuramente tra i migliori in campo, tonto erano stati bravi a dominare il gioco fermando le folate dei tedeschi.
Ramsey aveva vinto una Coppa del Mondo con una squadra energetica, operaia e tosta da affrontare.
Ok c'erano fuoriclasse del calibro di Moore, Greaves e Charlton ma molti dei protagonisti del mondiale 1966 probabilmente non erano neppure le migliori scelte possibili.
Jack Charlton era migliore di Brian Labone?
Roger Hunt era meglio di Joe Baker che aveva segnato 93 gol in 144 presenze con l'Arsenal?
Poi c'era la questione di Jimmy Greaves, infortunatosi e sostituito dal più laborioso Geoff Hurst.
Molti credevano che Greaves avrebbe facilmente recuperato il posto da titolare al suo ritorno, in realtà Ramsey gli preferì Hurst.
Ma se Hurst avesse fallito? Greaves era un grande giocatore e Ramsey sapeva ma Hurst era un giocatore più congeniale per il CT inglese: un giocatore maggiormente in grado di sacrificarsi.


4-4-2 O 4-2-4?
Negli anni 60 era maggiormente in voga il 4-2-4 usato dal Brasile (un 6-0-4 in fase difensiva e 4-0-6 in quella offensiva).
Don Revie ad esempio utilizzava un 4-4-2, anche se non aveva del tutto dimenticato la sua ammirazione per il calcio continentale, adottando per il suo Leeds tra il 1958 e il 1962 alcune caratteristiche del gioco spagnolo ed italiano: perdite di tempo, simulazioni e capannelli intorno all'arbitro per cercare di fargli cambiare idea.
Una particolare immagine che rimarrà per sempre iconica di quel Leeds, era la scritta appesa nello spogliatoio "Keep Fighting".
Il Leeds di Revie quando erano al loro apice erano uno dei team più emozionanti da guardare.
Il Celtic Glasgow di Jock Stein giocava in modo molto offensivo, secondo una filosofia diametralmente opposta a quella catenacciara che imperava in Italia a fine anni ’60.
Il suo era un 4-2-4 in cui uno dei due centravanti (Wallace e Chalmers) arretravano a centrocampo, attirando i marcatori avversari e aprendo spazi in cui si infilavano le due ali Johnstone e Hughes (o Lennox) e a volte anche i poderosi terzini Craig e Gemmell.
In mezzo al campo faceva da diga il gran mediano Murdoch ed Auld (o Brogan) con compiti più prettamente difensivi.
Matt Busby invece per i suoi Busby Babes usava il 4-3-3 con Aston, Kidd e Best più un giocatore offensivo come Bobby Charlton.
Ron Greenwood con Geoff Hurst e Brian Dear di punta vinse una Coppa delle Coppe con il West Ham nel 1965, invece Joe Mercer schierava il Manchester City vittorioso della Coppa Coppe del 1970 con il 4-3-3 (Francis Lee punta centrale).
Dave Sexton del Chelsea giocava con Tommy Baldwin e Peter Osgood.
Come si può vedere, il 4-4-2, pur con tutta la sua presunta prevedibilità, regnò incontrastato in Inghilterra anche negli anni 80 e 90.
Corse, fisicità, lanci lunghi e gioco offensivo.
C'era poco da meravigliarsi, considerando alcune coppie del gol: da Mick Jones e Allan Clarke per il Leeds United, Kevin Keegan e John Toshack per il Liverpool di Bill Shankly, Ted MacDougall e Phil Boyer per il Norwich nel 1970.
In seguito la coppia d'oro del Liverpool divenne Keegan ed Heighway nel 4-4-2 di Bob Paisley, poi Kenny Dalglish e David Fairclough (sostituito da David Johnson nel 1981).
Il Nottingham Forest vinse la Coppa Campioni del 1979 guidato dal 4-4-2 di Brian Clough con Garry Birtles e Tony Woodcock di punta.
L'anno successivo invece era più un 4-5-1, altra vittoria questa volta contro l'Amburgo.
Tony Barton con il suo 4-4-2 portò anche l'Aston Villa a vincere la Coppa Campioni: Gary Shaw e Peter White di punta.
Ma ancora: Alan Sunderland e Frank Stapleton per l'Arsenal, ancora Kenny Dalglish e Ian Rush per il Liverpool, Mark Falco e Steve Archibald per Keith Burkinshaw al Tottenham, Graeme Sharp ed Andy Gray per l'Everton di Howard Kendall e Brian McClair con Mark Hughes al Manchester United nel 1980.
Nomi e coppie del gol indiscutibilmente legate tra di loro, senza che si possa citare uno, dimenticando l'altro.
Oppure il Watford dei miracoli, cioè la squadra guidata da Graham Taylor, capace di portarli in 5 anni dalla quarta divisione alla Premier, passando anche per l'Europa.
4-4-2, 4-2-4, 3-4-3 questi i moduli utilizzati da Taylor, mai troppo amato per il suo gioco aggressivo e per qualche palla lunga di troppo.
Eppure Taylor il suo lavoro sapeva farlo bene, studiando tra l'altro qualsiasi situazione di palla inattiva: corner, rimesse laterali, punizioni e cross.
Nulla era lasciato a caso.
O andando negli anni 90 non sono molte le persone, in grado di ricordare tutta la formazione del Blackburn Rovers che vinse il titolo nel 1994/95 (Mark Atkins e Ian Pearce e chi altro?).
Ma la maggior parte si ricorderà ovviamente della coppia d'oro "SAS": Shearer e Sutton.
49 gol in campionato in 2, oltre 60% dei gol totali segnati.
Dopo Shearer e Sutton, il terzo miglior marcatore di quel Blackburn era Mark Atkins, un centrocampista, che segnò appena 6 reti.
Nessuno comunque si sognò, in quella stagione, di dire che il 4-4-2 di Kenny Dalglish fosse superato.
Si può citare anche George Graham che con l'Arsenal vincerà una Coppa Coppe nel 1994 con Kevin Campbell ed Alan Smith a supporto di Paul Merson.


PIONIERI DEL CALCIO TOTALE OLANDESE
Invece tra i pionieri del calcio totale olandese si possono citare Vic Buckingham che sosteneva che il segreto era mantenere il possesso di palla il più possibile, l'inglese negli anni 60 impose un gioco offensivo e plasmò l'Ajax degli anni a venire.
Dopo Jack Kirwan, in realtà il secondo manager inglese dell'Ajax fu Jack Reynolds a cui è accreditato la costruzione del famoso settore giovanile dell'Ajax.
Lui sosteneva che "la miglior difesa fosse attaccare".
Dava grande importanza al controllo della palla, alla tecnica e al possesso palla.
Inoltre era del parere che settore giovanile e squadra maggiore dovessero giocare con lo stesso modulo o comunque allo stesso modo.
Vincerà ben 8 campionati.
Il calcio totale nascerà da qui a poco.


BOBBY ROBSON E GLENN HODDLE: 3-5-2
Il 3-5-2/5-3-2, conosciuta anche come Piramide Rovesciata, fu lo schema utilizzato da Glenn Hoddle dal 1996 al 1999 con l'Inghilterra.
5 difensori di cui 3 centrali e 2 terzini d'attacco, avanti 3 centrocampisti centrali e 2 punte.
I 3 centrali permettevano ai 2 terzini/esterni di spingere: David Beckham a destra e Graeme La Saux a sinistra.
Questo schema venne considerato rivoluzionario per i tempi ed audace.
Anche un po' folle magari.
In realtà era l'immagine speculare (anche se molto più difensiva ovviamente) del 2-3-5 che si usava in Inghilterra ad inizio 900.
Ai tempi in Premier League si utilizzavano molti 4-4-2/4-2-4, Hoddle invece credeva che il modulo giusto per la nazionale fosse il 3-5-2.
Hoddle cercava di allargare molto il gioco sfruttando le fasce.
Questo significava mantenere il possesso palla e costruire i loro attacchi da dietro, con pazienza e metodo piuttosto che attaccare con foga lanciando le 2 punte.
Questo stesso schema, anche se con pessimi risultati (e gioco) è stato attuato anche dall'olandese Van Gaal una volta andato al Manchester Utd.
Uno dei maggiori critici di questo nuovo modulo per il Manchester Utd è stato Paul Parker, ex manager di Chelmsford City, Welling United e Folkestone Invicta: "la sua insistenza per il 3-5-2 e il giocare con ritmi molto lenti è un rifiuto completo dell'identità che Sir Alex Ferguson
aveva costruito con tanta cura e brillantemente ad Old Trafford negli ultimi 30 anni.
In Premier il 3-5-2 non è stato quasi mai usato, quando ho giocato in Prima Divisione con il QPR nel 1987-88 ci schieravamo con il 3-5-2, ma era più che altro per ragioni difensive/strategiche e per presidiare il centrocampo.
Era un lento, approccio intenzionale.
Invece il loro modo di giocare sotto Van Gaal è stato estraneo ai tifosi dello United".
L'apparente avversione di Parker per il 3-5-2 è insolita se si considera che, come parte del team della Coppa del Mondo del 1990, faceva parte di una squadra che schierava appunto 3 centrali e poco più avanti 1 terzino ed 1 ala.
Questo sistema di gioco fu scelto dopo un deludente 1-1 contro l'Irlanda, con un 4-4-2 tutta corsa e fisico.
L'Inghilterra, sia sotto Bobby Robson che Hoddle giocò con un 3-5-2 che funzionò abbastanza bene dando maggiore creatività alla manovra, malgrado uno 0-0 contro l'Olanda (inglesi che comunque dominarono il gioco).
Stessa squadra ed approccio contro la Germania Ovest in una emozionante semifinale, poi persa ai rigori.
Eppure Paul Parker non è l'unico critico del 3-5-2, stesse considerazioni fece Gary Neville: "Io non sono un fan del 3-5-2 in quanto il ritmo è troppo lento.
Il 3-5-2 incoraggia squadre e giocatori a mantenere il possesso al posto di andare avanti".
Bobby Robson negli anni 80 invece all'Ipswich schierava il 4-3-3 con Alan Brazil, Paul Mariner ed Eric Gates.


TERRY VENABLES E IL SUO 4-3-2-1, KEVIN KEEGAN E LO SPIRITO DI GRUPPO
Terry Venables usò prevalentemente il 3-5-2 durante Euro 1996, con Gareth Southgate o Paul Ince come mediani difensivi.
Venables, ex coach del Barcellona, anticipò anche la formazione a diamante (o albero di natale perchè ricorda un triangolo): il 4-3-2-1.
Venables metteva Alan Shearer come punta con Peter Beardsley e David Platt appena dietro di lui, poi Paul Ince, Paul Gascoigne e Darren Anderton che componevano il trio dietro di loro avanti ai canonici 4 difensori.
Una squadra che con facilità sarebbe potuta passare ad un difensivo 4-5-1 (Shearer ancora una volta l'attaccante solitario con un centrocampo a cinque con Beardsley, Gascoigne, Ince, Platt e Anderton).
Il 4-3-2-1 vedeva dietro la punta il fantasista (Gascoigne), mentre Platt ed Ince dovevano coprire tutte le zone del campo quindi servivano giocatori resistenti ed energetici.
Infine, uno dei 3 centrocampisti centrale avrebbe dovuto saper giocare anche esterno/ala (ruolo ricoperto da Darren Anderton che era agile e veloce).
Venables diede inoltre ai giocatori molta libertà fuori dal campo e li difendeva se criticati dai media.
Egli era riluttante a lodare i giocatori all'intervallo per evitare l'autocompiacimento, e credeva che era importante parlare poco e in tono scanzonato (in modo tale che i giocatori capissero i punti chiave e rimanessero di buon umore per il secondo tempo).
Sempre parlando di nazionale inglese, con Kevin Keegan a fine anni 90 ci fu uno buono spirito di gruppo.
Keegan lasciava ai giocatori pieni "poteri" e libertà di esprimersi.
Purtroppo questo però non portò ai risultati sperati.
Il suo centrocampo sbilanciato con Southgate, Beckham, Scholes e Barmby nella sua ultima partita, la sconfitta 1-0 contro la Germania,ne fu la prova.


LA FLESSIBILITA' DI ALEX FERGUSON
Alex Ferguson, l'allenatore più vincente di tutti i tempi, ha vinto molto con la semplicità di un 4-4-2 in linea, con qualche variante a seconda dei giocatori a disposizione che negli anni sono passati sotto la guida.
Lo United 98/99 (quello del Treble per intenderci) è ben diverso da quello ammirato nelle stagioni del nuovo millennio, l'unica cosa che li accomuna è la disciplina tattica e comportamentale, vera caratteristica del gioco di Ferguson.
Le squadre dello scozzese sono macchine oliate alla perfezione, proprio come quegli invincibili diavoli che prima degli anni 2000 hanno dominato in lungo e largo in patria e in Europa.
In campo la miglior qualità del Ferguson allenatore era la capacità di leggere le partite, che gli permetteva di adattare modulo e interpreti, in base a punti di forza e debolezza degli avversari. Questa sua cura del dettaglio ha fatto sì che il Sir, pur partendo dal suo 4-4-2, abbia schierato una vasta gamma di moduli: il 4-3-3, il 4-2-2-2, il 4-1-4-1, il 4-4-1-1, il 4-2-4 e il 4-2-3-1.
Lo stesso Ferguson a precisa domanda, rivendicò come lui stesso ritenesse il suo 4-4-2 più vicino ad un 4-2-3-1, sottolineando come tutte le sue seconde punte dovessero ripiegare per dar manforte al centrocampo.
Le evoluzioni tattiche di Ferguson sono state sempre innovative, anticipando tutti.
Non ha portato un'evoluzione radicale nel mondo del calcio, ma ha sempre anticipato gli altri, adottando moduli vincenti in base al periodo.
Inizia la sua carriera, nel Manchester United nel 1986 e fin da subito il suo modulo di gioco fu il 4-3-3.
Non era una novità in terra inglese, di fatto quel modulo rappresentava il vero stile british calcistico anni '80: ampiezza del campo, gioco corto.
Ferguson varia il centrocampo, ridisegnandolo con due uomini di pressing ed una mezzala capace di lanciare in velocità gli esterni d'attacco.
Questo permetteva di creare il suo famoso "triangolo" tagliando verso il centro e permettendo la salita dei terzini e le giocate della mezzala o del fantasista.
Di fatto il 4-3-3 in Inghilterra era un gioco orizzontale che si sviluppava verticalmente solo nella fase finale, con l'uno contro uno degli esterni.
Ferguson percepisce che qualcosa andava variato ed infatti arriva prima di tutti sul "triangolo".
Venne messo in dubbio questo modo di giocare e l'idea di Ferguson  ma fu solo il preludio alle vittorie dei 90.
Come detto, gli anni 90 portarono le totali variazioni nel gioco di Ferguson, che man mano si sono esternate in tutto il calcio europeo.
Fa il suo ingresso nella storia il Manchester del 4-4-2: Schmeichel, Neville Johnsen,Stam, Irwing, Beckham, Scholes, Keane, Giggs, Yorke, Cole.
Ferguson arriva prima di tutti sul 4-4-2, tende a giocare, con la base del triangolo, un gioco più in linea, che si allarga sugli esterni e sforna un numero ingente di cross per le due arieti d'attacco, che possono andare di testa, difendere la palla e servire al tiro i centrocampisti, o dialogare nello spazio con l'esterno per, appunto, triangolare ed andare in porta.
La squadra ha una linea 4-4-1-1 in fase di non possesso e fin qui tutto negli schemi.
Fin da subito però, Ferguson sente di voler abbandonare il 4-4-2 per portare una diga di due uomini davanti la difesa, gli esterni più alti ed una seconda punta più dinamica a servizio della prima punta, che dovrà dialogare anzichè spalle alla porta, lateralmente al pallone!
Assistiamo fin da subito ad una fase embrionale del modulo del nuovo millennio: il 4-2-3-1.
Dopo la conquista gloriosa del Treble, intuisce che il gioco del Manchester deve essere meno votato al possesso ma più alla verticalizzazione.
Si deve accettare di tener meno la palla ma disporne meglio, ed in velocità, e per farlo ha bisogno di esterni alti e verticalizzazioni veloci.
Il 4-2-3-1 dà il via al suo calcio totale: il Manchester insegna calcio, diverte, e vince, come nella stagione 2008-09, dove vincerà la competizione della Champions.
La squadra vede Ronaldo punta centrale partire sugli esterni, e Rooney a supporto, con Vidic sempre pronto a salire fin sulla linea del centrocampo, con Giggs a volte spostato sull'interno sinistro per dare qualità ed inserimenti con Scholes.
La squadra difende e riparte in blocco, con massimo due tocchi, gestendo le verticalizzazioni come fossero passaggi nel breve.
I giocatori devono liberarsi con idee precise della palla in maniera verticale per poter andare nello spazio, con una squadra corta, che magari concede anche metri agli avversari, ma capace di distendersi con due tocchi massimo.
Adattarsi e raggiungere lo scopo: dalle ali all'impiego di trequartisti, dalle mezzepunte alle sovrapposizioni in fascia passando per i i registi in mezzo al campo, l'importante per Ferguson è sempre stato vincere.
In un modo o nell'altro, al di là dei moduli.

Per approfondire: Migliori Manager Britannici Che Hanno Allenato All'Estero Allenatori Britannici Vincitori Di Coppe Europee



T'interessano altri articoli su storie sportive(doping, scandali, suicidi, partite vendute, etc) e scommesse?
Qui trovi l'indice completo ed aggiornato del blog:  Indice Storie Sportive(Doping, Suicidi, Partite Vendute, Stake, etc)

lunedì 9 gennaio 2017

La Storia Di Scotty Nguyen: Alcool, Droga e Litigi (Poker)

Il 28 ottobre 1962 nasce Thuận B.Nguyễn, detto anche "Scotty" e in seguito "Prince Of Poker".
In Vietnam era periodo di guerra, per cui la madre lo spedisce prima a Taiwan, poi negli Stati Uniti d’America.
Lontano da casa, la sua strada è in salita: viene espulso dalla scuola di Orange County, in California, quando il preside scopre che il giovane Nguyen passava più tempo nelle partite di Poker underground ed illegali che con la testa sui libri.
Nel 1983 lavora in un ristorante dove guadagna 270 dollari per il suo lavoro da garzone, non capisce bene l'inglese e viene preso in giro dai suoi colleghi che lo insultano e prendono in giro.
Un giorno, stanco di ciò, dice “Prendo questi soldi e mi licenzio. Ma la prossima volta che mi vedrete, mi bacerete tutti il culo“.
I suoi colleghi, ovviamente, ridono.


L'INIZIO SERIO CON IL POKER
Riesce a trovare lavoro a Las Vegas in una Casinò dove lavora come dealer ma ben presto questo ruolo comincia ad andargli stretto.

“Con quei soldi sono andato a Lake Tahoe: lì ho vinto tutto quel che potevo vincere. 
Ho vinto un torneo, ho vinto tutte le partite cash a cui ho partecipato. 
In 11 giorni ho trasformato $270 in $100.000: No Limit Hold’em, Pot Limit Omaha, qualsiasi cosa. 
A parte lo Stud ovviamente, quello no”

Nguyen ricorda come abbia iniziato male nel mondo del Poker: “Allo Stud ero veramente pessimo, perdevo sempre. Poi ho cambiato gioco e ci ho messo sei mesi a diventare milionario Hai capito bene, baby: nel giro di sei mesi avevo vinto il mio primo milione di dollari“

Con quei 100.000 va al casinò di Bob Stupak (che oggi è lo Stratosphere) e gioca finché, per l’appunto, non moltiplica quella cifra per 10: $1.000.000.


IL RITORNO AL RISTORANTE
“Volevo prendermi una bella casa, una bella macchina, ma prima avevo ancora una questione in sospeso”.
Scotty Nguyen torna al ristorante da dove si era licenziato e chiede al suo responsabile, tale Richard (uno dei pochi che gli voleva davvero bene lì dentro) di chiamare quei sei camerieri che lo prendevano sempre in giro e di farli accomodare in tre tavoli.
Per il disturbo, dà a Richard $500: “Era il 1983, baby: $500 allora erano come $5.000 oggi“.
Richard non crede ai suoi occhi, ma naturalmente accontenta Scotty. “Ho messo $300 davanti a tutti e sei quei camerieri: per loro era la paga di 4 settimane! 
Gli ho detto 'sono vostri se mi baciate il culo. Ve l’avevo detto che sarei tornato e che mi avreste baciato il culo, e io mantengo le mie promesse, baby!”.
Ma non è finita qui.
Scotty chiede di vedere il menù del ristorante. “Ho ordinato sei volte ogni singola portata del menù. Tutti i tavoli erano pieni di roba da mangiare. Ho detto ‘aspettate un attimo e non toccate i soldi’. Sono uscito, ho raccolto tutti i mendicanti del quartiere, li ho fatti entrare e ho detto loro di godersi tutto ciò“.


LA FAMA E LA SFIDA CONTRO MCBRIDE
Scotty riesce a migliorare il suo gioco in maniera graduale e proprio nel 1997 si aggiudica il suo primo braccialetto WSOP nella specialità Omaha Hi-Lo.
L'anno dopo si presenta alle World Series di Las Vegas senza avere neppure i soldi per coprire il buy in di un satellite di qualificazione.
Raggiunge la popolarità comunque nello stesso anno quando fa suo il main-event delle WSOP dopo un heads up memorabile contro Kevin Mc Bride.
Contro lo stesso pronuncia una frase che divenne un cult: "You call this one, and it’s gonna be all over, baby" ("se fai Call, è finita baby").
Scotty decise infatti di andare all in su un board di 8-9-9-8-8 con McBride che optò per il Call, ma il vietnaminta girò J-9, e come aveva dichiarato, si aggiudicò il braccialetto di campione del mondo. Una vittoria da ben 1.000.000 di dollari che lo lanciò nell'olimpo del poker mondiale.
I suoi successi alle WSOP continuano, e nel 2001 vince altri due braccialetti nel $2500 Pot Limit Omaha e nel $5000 Omaha Hi-Lo.
Nel gennaio del 2006 riesce a conquistare anche un evento del World Poker Tour.
Nel 2007 arriva dietro ad Eli Elezra al WSOP Seven Card Stud Hi-Lo e nello stesso anno viene eliminato ad un passo dal tavolo finale del Main Evant delle WSOP, uscendo undicesimo su 6358 giocatori.


L'EVENTO H.O.R.S.E.: L'ALCOOL, LA DROGA E GLI INSULTI TELEVISIVI
Nel 2008 si aggiudica quella che può essere considerata la sua vittoria più prestigiosa nell'evento H.O.R.S.E. da 50.000 dollari quando intasca quasi 2 milioni di dollari eliminando altri 147 giocatori.
Durante il tavolo finale del torneo Scotty cominciò a parlare e scherzare, oltre che a bere.
Prima di lui, anche il giovane Michael de Michele aveva tenuto un comportamento poco elegante, ma era poi riuscito a controllarsi di nuovo, dopo essere stato redarguito da altri giocatori.
Scotty però sembrava non averla presa molto bene e aveva incominciato a fare battute sul giovane giocatore.
Era addirittura arrivato ad affermare che avrebbe voluto finire il torneo giocando heads-up con Erick Lindgren e aveva incominciato a fare di tutto per riuscire nel suo intento.
Quando Lindgren era poi stato eliminato e de Michele rimasto a giocare da solo contro Scotty, sono continuate sia le provocazioni del campione vietnamita che i drink di superalcolici bevuti.
Nonostante questo comportamento, Nguyn riuscì comunque a vincere il torneo.
Nguyen riuscì comunque a rovinare la diretta video a colpi di insulti verso tutti (avversari, dealer, personale di sala e camerieri inclusi) facendo passare in secondo piano la sua ennesima vittoria finale.
Le cattive abitudini hanno comunque afflitto Nguyen per un po' tutta la sua carriera per uso di marijuana, cocaina ed appunto alcool sviluppando una dipendenza su vasta scala.



T'interessano altri articoli su storie sportive(doping, scandali, suicidi, partite vendute, etc) e scommesse?
Qui trovi l'indice completo ed aggiornato del blog:  Indice Storie Sportive(Doping, Suicidi, Partite Vendute, Stake, etc)

venerdì 6 gennaio 2017

Le Migliori Frasi Di Vittorio Munari (Rugby)

Di seguito raccolte le migliori citazioni estrapolate dalle telecronache di Vittorio Munari e in parte Antonio Raimondi, duo di telecronisti di Sky Sport e DMax per quanto riguarda le partite di Rugby (6 Nazioni, Coppa del Mondo e non solo).


VOLATE SOLITARIE
-Vola vecchia lenza, vola vecchia lenza!

-Vola colomba bianca, volaaa!

-Vai velenooo!

-Vola, vecchio cespuglio!

-[Ad un pilone canadese]
Vola rotolino, vola!

-Vola, vola, prateria, sole in fronte, margherita in bocca!

-Vola basettoni, vola bussolotto!

-Vieni in campo vecchia lenza, vieni in campo.



STORIA/GEOGRAFIA/RELIGIONE
-Gli argentini hanno piantato le tende, costruito le trincee e il muro, poi hanno messo dei pali aguzzi nelle trincee, e davanti alle trincee hanno messo chilometri di filo spinato e davanti al filo spinato hanno scaricato tonnellate di puntine da disegno.
Raimondi:" E la cucina dov'è?" Munari:" Dietro le tende. Hanno anche il barbecue.

-Questo è come un cannone di quelli medievali: occorrevano due giorni per caricarlo e poi sparava delle bordate micidiali...peccato che non fossero così precisi, però la palla era talmente grande e pesante che poi rotolava e sfasciava tutto ugualmente.

-Sembra sai quei primi cannoni che sparavano una volta a destra e una a sinistra e ogni tanto, sì, prendevano anche il castello...

[A seguito di un continuo attacco del Sud Africa all'area di meta inglese]
-I soldati sono sotto assedio e gli avversari bivaccano da giorni sotto le mura.
Quelli sulle mura hanno finito l'olio bollente.
Gli invasori hanno conquistato il castello approfittando del sonno dei cavalieri ebbri.
Sono entrati nel castello e stanno già combattendo nelle torri: la contessina è scappata per la porta segreta.
Spero che il cavallo della contessina sia veloce.

-La contessina dalla sua finestra ringrazia i cavalieri di San Giorgio, il castello ha retto!

-Kearney ha fatto la piccola vedetta lombarda con l'elmetto e in trincea, gli hanno buttato su catapulte d'iguano e ha preso tutto!

-Eh si, la Francia vuole superare la barriera argentina ma il centro argentino, scava un fossato, tira su un bel muretto e lo recinta con la rete col filo spinato sopra...di qui non si passa belli miei.

-La touche veloce impedisce agli ingegneri francesi di costruire trincee senza avere la pausa nemmeno per un panino.

-Trincea fatta come la gomma americana...questi qui si infilano come treni.

-E' come subito dopo l'invenzione della polvere da sparo, con le spingarde e le bombarde tiravi delle gran botte ma non sapevi mai dove andavano a finire..

-[Durante Italia-Irlanda ai Mondiali]
E' come combattere freccette contro cannoni.

-[Irlanda-Australia ai Mondiali]
Quanto a tattica e strategia prima viene Alessandro Magno, poi Napoleone ma subito dopo c'è la mischia Irlandese.

-E per tornare a Napoleone che ha detto capisco i generali che arrivano in ritardo per i pozzi, capisco che mi hanno fatto il blocco continentale ma adesso qua mi state prendendo un po' per il sedere!

-[Commento sull'Irlanda senza idee che provava a sfondare senza variare gioco]
Come gli u-boot nella Seconda Guerra Mondiale, che usavano Enigma e non capivano che le comunicazioni venivano decifrate dagli alleati...

-Sai gli scozzesi non sono brillantissimi nel piano B. Hanno il piano A, poi hanno il piano B che è il piano A e il piano C che è sempre il piano A.
Se tu pensi che quando attaccavano, cioè la loro lungimiranza e la loro capacità di cambiare piano d'attacco era mettersi il kilt con le cornamuse davanti alle truppe inglesi che andavano all'assalto in India.
Cioè suonare, aiuta a far passare un po' la paura ma c'è... un piano B uno potrebbe anche averlo, nel senso di dire: suona pure cornalisa, sta davanti ma almeno mettiti i pantaloni.

-[Dopo l'eccezionale meta di Williams in Scozia-Nuova Zelanda]
Io non ce l'ho con Williams, ce l'ho con la Costituzione Americana dove è scritto che tutti gli uomini sono nati uguali!

-[Inquadrato Tuilagi]
Certo che se a questo gli dai una lancia ed una freccia...cioè voglio dire è cattivo come la peste.

-[Rivolto ai Neozelandesi]
Se perdono il mondiale, mi sà che i tifosi neozelandesi bloccano tutte le uscite e non esce più nessuno dall'isoletta.

-[Su Eddie Jones]
Se dopo il 2003 perde anche questa di finale con gli inglesi mi sa che s'introduce in Inghilterra nottetempo e stappa il tappo per far affondare l'isola!

-[Il TMO nega la meta al Canada]
Mugolano anche i cani da slitta!

-Meno male, ogni tanto trova gente a placcarlo sennò mica si ferma....va a finire che lo ritrovano tra i vaporetti al porto vecchio.

-[Durante Scozia-Nuova Zelanda, Munari per giustificare la presenza di tanti giocatori neozelandesi di origine scozzese, spiegava che questi sono arrivati in Nuova Zelanda, han visto che pioveva sempre e faceva un freddo cane e...]
Ma che bel posto!

-Questi sono i grandi campioni, coloro che tengono su la propria navicella quando la tempesta è al culmine.

-Palisson non ha aiutato la Francia a non appannarsi che è il vero valore aggiunto del nocchiere che sa tenere...perchè l'abbiamo già avuto modo di dire ma a far andare il gommone sulla bonaccia son capaci tutti. La barca vela a Capo Horn qualche problemino in più te lo crea, se non altro per tenere le uova nel tegamino senza spruzzare l'acqua fuori se ti fai l'ovetto sodo.

-Van der Linde il collaudatore di gommoni.

-Hanno legato Pretorius come il bardo di Asterix.

-E’ come se Polifemo sapesse lavorare all’uncinetto!

-I giocatori neozelandesi sono forgiati per vincere come le armi di Achille.

[In riferimento a Stephen Larkham dell'Australia]
-Paperoga ha l'espressione che sembra sempre che non capisca nulla. Sembra che sia sceso insieme ad ET e stia cercando il telefono. Lui guarda in giro con l'espressione che sembra dire ma qua cosa sta succedendo? Perchè c'è tutta questa gente?

-Spencer usa la tomaia, come Raffaello il pennello.

-La Maria ha messo la cera! Brava, Maria!

-Era dai tempi delle figurine dell'Arcangelo Gabriele che non si vedeva qualcuno saltare così in alto.

-[Australia-Sud Africa Tri Nations 2004, Montgomery calcia fra i pali ma con una traiettoria sbilenca. Nel replay si vede Montgomery che prima di calciare guarda il cielo]
Percival invoca gli Dei! Eolo, costruisci!

-[Meta di O'Driscoll]
Un buco che prima di lui solo Mosè aveva saputo fare: vedi? Si sono proprio aperti! ...Che prima di lui ce l'avesse fatta anche Mosè è sicuro! Ci sono testi scritti che ancora lo ricordano!

-I francesi sono rientrati e hanno trovato gli All Blacks, come i cristiani trovarono già i leoni nell'arena.

-[Carter involato verso l'area di meta con nessuno che lo placca]
Cioè se un angelo va all'inferno bruciagli almeno le ali, voglio dire...tirategli due pigne a questo qui.

-[Prima di Galles-Inghilterra del Sei Nazioni 2016, dopo che qualche mese prima al mondiale i Gallesi avevano eliminato l'Inghilterra]
Prossima settimana i gallesi torneranno sul luogo del delitto perchè, come si sa, l'assassino torna sempre sul luogo del delitto.

-Sembra pronto per un film western di Sergio Leone, gli manca solo il cinturone con le munizioni.

-Guardali...guardali...sembrano folletti vestiti da fata Turchina!

-[Durante Galles-Scozia, 6 Nazioni 2018]
Qui Gatland ha chiesto qualche consiglio ad Annibale e Napoleone.

-[Durante Galles-Scozia, 6 Nazioni 2018]
Grandi i consiglieri Napoleone ed Annibale!

-[Durante Francia-Irlanda, 6 Nazioni 2018]
La tragedia è quando anche con la bassa marea non tocchi...

-[Durante Francia-Irlanda, 6 Nazioni 2018]
Ora non vorrei sembrare troppo intuitivo ma se segnano una meta e la realizzano, in gergo rugbistico...girano la frittata...

[Durante Francia-Sud Africa, Test Match 2018]
Nigel Owens potrebbe fare la parte di Salomone.



CHABAL
-[Su un fallo fischiato all'orco Chabal, che ha tirato giù un paio di giocatori namibiani]
Sansone dovrebbe aver fatto lo stesso con le colonne del tempio.

-L'Orco cala la ruspa, l'affonda nel terreno ed insieme ai ciuffi d'erba porta su anche la palla.

-[Dopo un grillo talpa di Chabal che prima prende un avversario e lo spinge fuori dalla maul e poi gli ruba la palla]
Questo è uno da sposare, fa la lavatrice e spazza anche il pavimento, ci credo che poi non gli avanza tempo per andare dal parrucchiere.

-Quando Chabal fa il grillo talpa mette giù una cortina di capelli paragonabile alla tendina della business class che si chiude per non far vedere agli altri cosa mangiano.

-Chabal mette la tendina e nasconde palla e giocatori a chi gli sta davanti...


PILONI E FORZA FISICA
-[Touche presa da Hayman]
Anche gli elefanti possono volare!

-[Riferito al pilone namibiano che in mischia metteva subito fuori la testa]
O il pilone francese ha l'alito pesante o ha la barba che pizzica.

-[Durante Samoa-Galles, entra Joe Tekori 1.98m per 119 kg, touche per Samoa]
Non vorranno alzare mica lui in rimessa laterale? Oooh.
Alzare Joe Tekori in rimessa laterale equivale a bruciare le stesse calorie di 30 minuti di bicicletta.

-[Harinorduqui, ultimo uomo della maul, con la palla in mano deposita in meta, grazie alla spinta di tutta la mischia]
Questi cacciatori hanno fatto portare a cappuccetto rosso la torta alla nonna, passando per l'impervio bosco e non gli hanno neanche fatto vedere il lupo!

[Giocatore braccato e scaraventato fuori]
-Hai presente quando da bambino cadevi dalla bicicletta sulla ghiaia e ti si infilavano tutti quei sassolini nella carne e poi tua mamma te le suonava anche?

-Eh, Sheridan, se gli fai un giro intorno, o ti porti un panino o muori di fame!

[Giocatore samoano che non riesce a fermarsi prima di uscire fuori]
-Lì ci vuole il cigolato per bloccarsi!

[Giocata veloce nei pressi di Os Du Randt che placca il giocatore]
Vedi...è come mettersi a fare un picnic davanti alla tana dell'orso e dire "mmm ma che bel tramezzino, o che buono sto panino..." eh ma prima o poi l'orso viene fuori e ti da una zampata sai.

-[A un pilone che aveva commesso un in avanti]
Stai tranquillo che se gli tiravano una bistecca non gli cascava.

-[A seguito di un in avanti]
Cade la merendina all'orso Yogi.

-Sai è diverso proprio per rapidità, baricentro basso, Rossouw è modello comodino invece.

-[Mischia a favore dell'Argentina, le prime linee argentine spingono e le terze linee sono pronte a scattare]
Mi sembrano come l'orso che ha visto una bistecca oltre la siepe.

-[Durante Saracens-Leicester, finale di Premiership 2011, dopo 30 fasi di Leicester con i Saracens che si salvano]
Come entrare in una vasca con uno squalo bianco ed uscirne illesi con il costume addosso.

-[Durante Saracens-Harlequins]
Un dirigibile che va a prendere l'ape Maia.

-Certo che voglio dire i trattori quando prendono velocità, sull'abbrivio...è una roba...

-[Pilone Roncero]
Munari: questo deve essere l'unico vegetariano in Argentina, no?
Raimondi: mmm
Munari: macchè, questo la mattina si mangia le brioche ripiene di carne! Te lo immagini?

-[Riferito a Michalak in procinto di andare a giocare in Sudafrica]
Laggiù quando vedono uno che gioca di finezza come lui vanno a prendere le chiavi del Caterpillar...

-[Durante Australia-Galles e poco prima di Sud Africa-Inghilterra]
Se queste due stan giocando di fioretto, per il match delle 17 munitevi di clavi.

-[Australia in 14 senza tallonatore, Tutai Kefu a cercare di lanciare ma con calma]
Adesso prima di lanciare, Kefu prepara il te e poi va a dare acqua ai gerani.

-[Rivolto ad alcuni neozelandesi rei di placcaggi duri ed ostruzioni]
Questi non sono mica dell'Azione Cattolica.

-[Parlando dell'entrata piuttosto blanda di un portoghese in un placcaggio]
Lì devi dargli una pignatta, che a quello devi fargli fare il giro dell'oca.

-Questi, quando prendono l'aereo, pagano l'extra-bagaglio, ma non per le valigie...per il corpo!

[A seguito di spinte ed un testa a testa]
-Su su, o vi date una pignatta o lasciate perdere daiii.

-[O'Driscoll tira un calcio al pallone ma lo liscia]
Questo ha giocato a tutto: freccette, cavalli, Rugby ma il pallone da Calcio non sa neanche com'è fatto, povero. Povero...insomma.


-Per fortuna che ha trovato il varco perchè se c'è il muretto si ritrova sulla terza fila, seduto di fianco alla Maria.

-I giocatori della Namibia sono raccolti in gruppo: stanno pensando a cosa fare al loro compagno negli spogliatoi.

-[Pilone braccato e fatto retrocedere]
Portato in questura.

-Neppure il più distratto dei toreri prende un’incornata del genere!

-E’ andato contro un cancello!

-Quanto fa Lauaki al metro quadro?

-Vunipula ha preso quattro sportellate ed è rimasto indietro.

-Bastareaud ha buttato giù lo spinnaker.

-[Pilone samoano]
Sto qua si è fatto regalare un motorino per il suo compleanno... però non ha potuto usarlo perchè non ha trovato l'elmetto giusto!

-[Riferendosi alla professione del pilone portoghese Rui Cordeiro, 138 kg]
Speriamo che tratti solo animali di grossa taglia, sai se si mette a curare canarini e Yorkshire...

-[Sempre riferito al pilone Rui Cordeiro, 138 kg]
A questo non gli fanno il monumento per motivi di costo!

-Quando ai piloni gli calci la palla così, bisogna dargli il GPS...oppure la camomilla, perché se non la prendono gli viene il nervoso!

-E’ andato a fare la figura del formaggino tra le due fette tostate. Ma le fette tostate hanno avuto la meglio!

-Non c’è nulla da fare. I piloni non accettano mai di perdere. Il punteggio non dà loro soddisfazione, per loro il punteggio non esiste, hanno altri metodi per capire chi vince e chi perde.

-Il pallottoliere i piloni non l’hanno mai avuto neanche da bambini. Hanno iniziato subito con i trenini e gli autoscontri.

-Aiuto, qualcuno ricarichi di ossigeno il bombolone!

-Questo sembra appena uscito dalla sua macelleria, gli manca solo il grembiule.

-[A seguito di un intercetto del tallonatore inglese]
Regan parte ma dopo due passi va in moviola...

-Questo...questo fa condominio da solo. Bastareaud non ha il commercialista, ha l’amministratore condominiale!

-[Riferito ad un tre quarti rumeno]
Signora, ha intenzione di cambiare armadio? Ha una rivista di arredamento sul comodino e la signora: "no no, si sbaglia, quella è la foto di mio figlio".

-[Montgomery va a sbattere fuori campo contro la telecamera rovesciandola]
Qui è come un elefante che entra nella cristalleria della signora Maria.
[Dopo il replay della caduta]
Guardalo, guardalo, il cameraman, come abbandona l'attrezzo...questi è uno che il fatto suo.

-Questi sono come lottatori di Sumo sui pattini a rotelle.

-Hanno una dieta di carne e poche verdure, così l'espulsione diventa difficile...come carta vetrata, e allora diventano cattivi dentro.



VITA QUOTIDIANA
-Bunce, corri al telefono per cortesia che io vado a segnare in mezzo ai pali!

-[Riferito a Dave Sexton]
Questo, se gli cade dal davanzale del terzo piano una pianta di gerani, va giù a prenderla e la riceve: ha una velocità, una reattività...incredibile.

-[Francia-Namibia dopo l'espulsione della terza linea del Namibia]
Munari: Già avevano la coperta corta...adesso gli hanno aperto anche la finestra.
Raimondi: e fuori piove...
Munari: e tira anche vento!

-[In avanti All Blacks vicino ai 22 del Portogallo con palla solo da schiacciare in meta]
Munari: E' un po' come quando vai a fare la spesa, arrivi al pianerottolo di casa e ti cadono le uova.
Raimondi: poi devi anche tornare a ricomprarle e rifarti di nuovo le scale.
Munari: si ma prima devi pulire, sai come fanno le uova che con il bianco diventa tutto più difficile.
Raimondi: sei pratico della cosa ti è capitato?
Munari: si e non sai che odore!

-[A seguito di tante occasioni sprecate]
Sai, è un po' come andare a comprare della farina e ti danno un sacchetto bucato...
Quando arrivi a casa, trovi la busta vuota sai...

-[Durante British Lions contro Sud Africa]
-Posso dirti che Simon Shaw lavora a cottimo e tra un pochino lo cambiano? Si fa in tempo! Fa lo sherpa, arriva solo sino al quinto campo, al quinto campo lascia che arrivino gli altri in cima con le bombole ma lui fa i primi quattro e porta gli zainetti di tutti!
Simon Shaw una carica terrificante.
Mostra il pallone, mostra il pallone, mostra il pallone...me lo tengo!

-E' una partenza dove i leoni stanno facendo correre le gazzelle.

-Non vorrei dire furto per uno che gioca nei Police, cioè nella polizia fijana quindi voglio dire...però questo gli ha proprio soffiato una meta fatta, niente da fare.

-E' in ritardo, fuorigioco, un po' come essere invitati a cena e presentarsi a colazione il giorno dopo.

-Gli hanno messo prima il salvagente e poi il terzo è andato a toglierli la merendina.

-Sono riusciti a passarsi il vassoio del caffè con una mano perchè l'altra era prigioniera.

-Hai presente quando compri il gelato e hai il cono in mano e arriva uno che...zac! Te lo porta via?

-Questo qua a casa sua deve avere gli specchi di legno.

-[Riferito a McCaw]
Questo poi ha il coraggio di dire a sua madre che è stanco quando lei gli chiede di andare a fare la spesa.

-Gli è caduta la palla, c'ha giocato un pò, ha slacciato i lacci delle seconde linee e poi ha deciso che poteva partire!

-Quanto è bello questo sport! Quando tutti si raggruppo 8 contro 8 ammucchiati come le canottiere di una lavanderia.

-Questo è capace di dire che ha un calo di zuccheri.

-Io gli tirerei anche un bel tirone di barba, lì nel casotto.

-Se il nostro scopo è quello di disturbare gli avversari, disturbiamoli!

-E' come se uno Zeppelin ti cadesse mentre mangi un gelato seduto al bar. Tiralo fuori tu il gelato se ci riesci. Ce, ti è caduta una mongolfiera e tu stai mangiando lentamente, giusto sulla candela, beem. Capito? E' una roba. Hai visto che lavoro? Ha fatto un'eclisse di sole mostruosa: gli è sparito tutto.

-C'è manicure che gli nega la meta. Che mani...fa il torneo di ping pong senza le spatole.

-[Lancio pessimo di un portoghese dalla rimessa laterale]
Questo si è allenato alle giostre tirando la palla ai pesciolini e credo che neanche lì vinceva.
Dopo la sua uscita dal campo: almeno la rimessa non potrà peggiorare.

-E' come la pasta fatta in casa, sta lievitando. L'Argentina sta pian piano crescendo.

-Dopo che la pasta fatta in casa lievita, la devi mettere nel forno per cucinarla. Così ha fatto l'Argentina.

-Questi sembrano 2 ubriaconi che tornano a casa.

-Questo qui è quello che ha comprato i gettoni del Luna Park: li vuole tutti lui!

-A questo stanno facendo un controllo al ginocchio che se lo fanno a me...hai presente i polli della rosticceria? Sei mai stato in rosticceria?

-[All'arrivo di un namibiano all 80esimo dopo un intercetto nei propri 22 e uno scatto per quasi tutto il campo]
Adesso per questo qui ci vuole una seduta di camera iperbarica.

-Questo, quando è nato, la mamma non è andata all'anagrafe, è andata al catasto!

-[Durante Australia-Nuova Zelanda del Tri Nations]
Tra tutti quelli che la stanno vedendo nessuno dirà "forse era meglio andare al cinema".

[Giocatore ferito]
-Munari: questo coi punti, in banca...ha i punti a credito e i punti a debito!
Raimondi: fa i punti come al supermercato.
Munari: si che ti regalavano la mucca Carolina, te la ricordi la mucca Carolina? Eh? Ai tempi delle colonie.

-Il commissario basettoni...c'è un trionfo di basette sotto al caschetto, probabilmente da lì la scelta di farsi crescere le basette. Ci vuole un mese di ferie per raderle...ha una mascella importante quello lì, è un mappamondo!

-E' la faccia di quelli che vanno a funghi, senza trovarne neanche uno.

-Calciaaaaaaaaaa! Calciaaaaaaaaa! Quando è tempo da trote si va a trote!

-[Argentina-Irlanda, riferito agli argentini]
Eh, quando questi vanno giù...Hai visto come si mettono? In quella che è la posizione della cacca nei boschi, eh?..ti ricordi? ...che dovevi trovar l'equilibrio?

-Se esci di casa per mangiare un gelato e torni con un occhio nero vuol dire che qualcosa è saltato.

-[Fallo di Harinordoquy su Pichot con quest'ultimo che gli urla "Hico de Puta"]
Ecco che tira in ballo le parentele, senza chiarire bene di chi si tratta, sottolineando però chiaramente la professione, e una certa inclinazione comportamentale.

-Oggi Fourie ha indovinato tutte le cose sbagliate!

-[Dopo un drop fuori]
Munari:..a guardar bene, non è mica fuori di molto sai...
Raimondi: ...eh, non sembra neanche fuori...
Munari: Tu fai la fortuna degli oculisti!

-[Pretorius del Sud Africa gioca malissimo e gli Springboks finalmente marcano una meta quando la palla non passa dalla sua apertura]
Beh, adesso possono puntare al bonus. Due mete le hanno già fatte, se ora imbastiscono due azioni delle loro e dicono a Pretorius di attardarsi al bar invece di partecipare all'azione...be' in 14 ce la fanno!

-Per tutto il lavoro che sta facendo Bonnaire, se lo pagano a cottimo può prendersi un appartamento a Cortina.

-[Riferendosi ad una ripartenza dalla chiusa del mediano di mischia Portoghese]
Vai vai vai, sei l'onore di noi piccoli!

-Botha sta al pack sudafricano come i muli agli alpini.

-Botha ha un contratto a cottimo: se non fa almeno 300.000 cose a partita gli tolgono i soldi, anzi mi sa che gli vanno a casa e gli strappano i gerani dal giardino. Un contratto capestro.

-[Durante Inghilterra-Nuova Zelanda]
A questi, una settimana prima della partita, li chiudono in una grotta e gli danno da mangiare solo galline crude.

-[Durante Galles-Scozia, Sei Nazioni 2018]
I Gallesi stanno offrendo la motosega agli scozzesi, come per dire "mettetela in moto".

-[Durante Italia-Inghilterra, Sei Nazioni 2018]
Comunque fan paura in mischia ordinata, qui hanno veramente arato l'erba, han portato via tutto.

-[Durante Francia-Sud Africa, Test Match 2018]
Quelli che riescono a ballare su una mattonella sono solo lui e Rita Pavone

-[Durante Francia-Sud Africa, Test Match 2018]
Se tu giocassi a briscola: chi è causa del suo mal pianga se stesso...

-[Riferito alla Scozia]
Loro per passare da un piano all'altro, non solo non hanno l'ascensore ma non hanno neanche le scale"



VARIE
-Rokocoko salta dalla piroga, sulla testa del pescecane!

-[La teoria sui tipi di passaggi]
Quello ad occhio (che fai guardando dove metterla).
Quello a naso (che fai con il fiuto).
Quello ad orecchio (che non devi mai fare).

-Tra foglie di acero e di palma c'è poco da dormire sugli allori.

-Eh fare questi falli con un arbitro come Jonkers poi, che non è proprio un esempio di flessibilità nè di grand'angolo mentale...

[Campo degli irlandesi di Munster, a seguito di controverse decisioni arbitrali]
-Sai a Thomond Park ci sono due regolamenti diversi.

-Se la giri contropelo la mascella aiuta eh. Lui ha due mascelle: l'emisfero Nord e l'emisfero Sud.

-Sa prendere persino il pallone in mano e...marca la meta.

-McCaw a fine partita lo metteranno in un frigorifero a -48 gradi e se lo portano pure alla prossima Coppa Del Mondo.
E' una cosa incredibile, un leader, una calamita, un atomo, un punto di riferimento, ha i catarifrangenti.

-Questa è la classica palla civetta...viene messa lì per far danni.

-Buttagliela! Bravo, vedi che ascoltano?

[Riferito al francese di colore Nakaitagi, poco prima del TMO]
-Guarda questo è già disperato, mi verrebbe da dire che è pallido!

[Riferito alla meta dubbia di Nakaitagi durante Inghilterra-Francia e il TMO]
-Aveva 20 piedi da metter giù prima però posso dirti un'altra cosina? Un minimo di fiuto ce l'ho per queste situazioni...se gli dà questa meta quà, Swing Low comincia a prendere una musica...guarda che 20 metri per franare, a parte che ora non sono più 20 metri...è un po' meno l'area di meta però guarda che è tanto spazio per segnare la meta...e questa è la dimostrazione della capacità dei francesi di complicarsi le cose in questo periodo.

-Se andiamo in rimessa laterale dentro i loro 22...loro sono sopra di 4 punti, valendo 5 la meta, tu capisci che un pochino di, come si dice, paura viene anche a loro! Non si dice acqua alla gola in questo caso, l'acqua arriva ad altri livelli...basta non fare l'onda!

-E' tutto un divertimento, quando già l'atmosfera non è più quella dei palazzi costruiti, delle taverne da porto, c'è anche qualche gatto e topo che gira su e giù...quella è la situazione!

-[Inquadrato Martin a cui stavano fasciando una scarpa]
Partita dura! Martin ferito ad una scarpa.

-[Joao Uva rimane scosso a terra dopo un placcaggio effettuato]
Guarda che occhi sembra un gufo reale.

-[Riferendosi al fatto che le maglie di All Blacks e scozzesi erano estremamente simili tra di loro]
All'inizio di una mischia ci sono 8 giocatori di una squadra e 8 di un'altra, che poi si fondono in un'unica enorme ameba grigia.

-[Riferendosi ad Halfpenny durante Italia-Galles 6 Nazioni 2017)
Questo ha la gamba come i droni, tira e poi con i pulsantini fa andare la palla dove vuole lui.

-[Durante Irlanda-Italia 6 Nazioni 2018]
Guarda che passo lungo sembra Bolt questo, del resto 1.91 m.
Raimondi: Più sei alto e più hai il passo lungo, a meno di non avere le gambe corte.
Be' no, quelle sono le bugie, non le gambe dei giocatori di Rugby.

-[Durante Francia-Sud Africa, Test Match 2018]
Come si chiamava l'allenatore della Sampdoria? Boskov? Come diceva? 'Calcio è quando arbitro fischia'.

-Guarda cosa succede adesso, guarda cosa succede adesso!

-Deve andarsene.

-E' dura dover ammettere che gente alta, grossa e muscolosa è anche intelligente.

-L'arcata sopraccigliare non è così sorridente.



T'interessano altri articoli su storie sportive(doping, scandali, suicidi, partite vendute, etc) e scommesse?
Qui trovi l'indice completo ed aggiornato del blog:  Indice Storie Sportive(Doping, Suicidi, Partite Vendute, Stake, etc)