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mercoledì 16 marzo 2016

Il Mistero Della Shadow: Don Nichols, La CIA e L'Arrows

Nel mondo del motori da sempre ci sono state squadre e personaggi dalle origini misteriose.
Addirittura c'erano uomini dentro il mondo dei servizi segreti (per intenderci la CIA americana), ad esempio Roy Winkelmann e soprattutto Don Nichols e la sua Shadow. Nato in Inghilterra Roy Winkelmann si spostò con la famiglia negli USA durante gli anni ’50. Durante la “Guerra Fredda ” tornò come base operativa in Inghilterra e appassionato di corse incontrò nei circuiti inglesi Alan Rees con cui strinse subito amicizia e con lui approdò alla Brabham nel 1964. Winkelmann con la sua attività alla CIA aveva a disposizione grosse cifre economiche, così Alan Rees lo convinse ad acquistare delle vetture e creare un proprio team. Nacque così il Roy Winkelmann Racing, team di F.2 ed anche rivendita di ricambi da corsa.


LA SHADOW E DON NICHOLS
La storia della scuderia Shadow nasce nella mente di un personaggio misterioso come probabilmente nessuno nella storia della Formula 1: “Don” Nichols. Di lui si tramanda che sia stato impiegato: nella seconda guerra mondiale, in Corea (Nord e Sud), Giappone, Vietnam. Alla fine degli anni ’60, Don Nichols si butta nel motori. Inizialmente Nichols lavorava per la Firestone ma successivamente fonda la Advanced Vehicle Systems Inc. con lo scopo di progettare e costruire macchine da corsa (in particolare per correre nella categoria Nord-americana CanAm per vetture sport).
Tutte le macchine prodotte dalla Advanced Vehicle Systems Inc. si chiamano Shadow(Ombra) e hanno come logo un’uomo in impermeabile, cappello nero e la posizione tipica di una spia sotto copertura.
Macchina americana ma con sede a Northampton: Inghilterra. Licenza americana dal 73 al 75, quella inglese dal 76 all'80. La Shadow ha tutto per sfondare e nel 1973, con il patrocinio della UOP (Universal Oil Products), il team di Don Nichols sbarca in Formula 1, debuttando al Gran Premio di Sudafrica. La livrea è semplicemente nera ma molto particolare ed innovativa. Con i piloti Oliver e Follmer, la Shadow ottiene nell’anno del debutto due podi in Francia e Spagna e l’agente speciale Don Nichols piazza il colpo vendendo i telai alla Embassy-Hill di Graham Hill, ma il campione del mondo 1962 e 1968 non porterà a casa risultati di rilievo. Per il 1974, la Shadow ingaggia come piloti Jean-Pierre Jarier e Peter Revson. La morte del promettente pilota erede della dinastia Revson costringe Don Nichols a sostituirlo prima con Brian Redman, poi con il gallese Tom Pryce. La Shadow DN3 progettata da  Southgate e Wass ottiene come miglior risultato un terzo posto con Jarier a Monaco.
Nel 1975, la DN5 ottiene 3 pole e con Pryce vince le Race Of Champions. Il 1976 sancisce la fine dei rapporti con la UOP e Don Nichols fatica a trovare fondi per continuare il progetto in Formula 1.
La Shadow porta a casa un podio e qualche piazzamento a punti chiudendo campionato al 10° posto. Jean-Pierre Jarier se ne va a fine anno. Nel 1977 la Shadow riprende grazie allo sponsor Ambrosio si rilancia.


LA MORTE DI THOMAS PRYCE
Il Sudafrica rimane un posto maledetto per la Shadow DN8 che vede morire in un cruento incidente Tom Pryce. Pryce ha un problema durante il primo giro e si ritrova ultimo ma comincia a recuperare con un ottimo ritmo, supera Perkins, Lunger, Zorzi, Hayje, Ribeiro, Binder, Regazzoni, Nilsson e Laffite. A Zorzi, invece, si rompe una conduttura della benzina, il motore si ammutolisce ed il trentino ferma la sua Shadow in prossimità del traguardo, dal lato opposto ai box.
La DN8 ha un principio di incendio, Zorzi, già sceso dalla macchina, aziona l'estintore di bordo ma dai box partono 3 commissari reclutati all'ultimo momento tra alcuni volontari e quindi non addestrati.
In quel punto il tracciato si fatica a vedere se arrivano delle vetture e, allo stesso tempo, i piloti lanciati a 270 all'ora non riescono a vedere eventuali ostacoli. I tre incauti lasciano passare Fittipaldi e Stuck, poi attraversano. In quel momento arrivano Pryce e Laffite, il gallese non ha il tempo per tentare alcuna manovra ed investe in pieno il 18enne Frederick Van Juuren smembrandolo.
L'estintore che il giovane porta con sè va a colpire il casco di Pryce strappandolo dalla testa del pilota che muore sul colpo. La DN8, senza controllo, continua la sua corsa e, alla staccata della Crowthorne, colpisce in pieno la Ligier dell'incolpevole Laffite. La scena che si presenta ai soccorritori dei 2 sfortunati giovani? Raccapricciante. Thomas Maldwyn Pryce era considerato una delle più forti giovani promesse dell'automobilismo britannico. Aveva 27 anni. Tutto il team, Don Nichols compreso, sono scossi dalla perdita dell’asso gallese ma non mollano. Alan Jones, sostituto di Pryce, coglie in Austria la prima e unica vittoria nella storia della Shadow.


IL PLAGIO DELL'ARROWS, LA CAUSA LEGALE E IL FALLIMENTO DELLA SHADOW
Nel 1978 accade l’incredibile: Tony Southgate, Alan Rees e Jackie Oliver mollano Don Nichols e la Shadow per formare la Arrows (Ambrosio Racing Team). Chi finanzia il progetto? Franco Ambrosio (lo stesso della Shadow). La Arrows FA1 (concepita in soli 53 giorni!) è praticamente la gemella della Shadows DN9. In pratica il progettista e il team manager (Southgate e Rees) prima di licenziarsi dalla Shadow sono passati negli uffici californiani e si sono presi i disegni della vettura che avevano progettato poco tempo prima: spionaggio industriale.
La spia CIA Don Nichols vittima di un furto tra i più clamorosi della storia della Formula 1.
Don Nichols porta in tribunale i vertici Arrows e vince la causa (condannati per plagio)
Addirittura pare che l'Arrows FA1 montasse pezzi con il simbolo della Shadow.
La sentenza è bella pesante: distruzione delle tre monoposto, multa salata e risarcimento di 500mila dollari. L'Arrows comunque si riprenderà egregiamente e in poco tempo verrà creata una nuova monoposto. In seguito Ambrosio, colui che stava sponsorizzando la squadra, viene arrestato per reati fiscali ed è costretto a ritirare la sponsorizzazione della squadra (la rinata Arrows comunque farà quarto posto nella classifica costruttori ma non gli verranno erogati i bonus per via della Spy Story).
La Shadow invece perse 3 pedine fondamentali del suo organico, va in piena crisi. Nel 1980, Don Nichols cede una quota della Shadow al magnate cinese Teddy Yip e nasce la Theodore-Shadow, ma è il canto del cigno di un team tra i più gloriosi della storia della Formula 1. I risultati per DN10, DN11 e DN12 sono scadenti e la Shadow chiude i battenti in Formula 1 a metà 1980. Finita l’avventura in Formula 1 anche Don Nichols scompare. Si dice che sia defunto nel 1992, ma in perfetto stile dei servizi segreti la notizia rimane avvolta nel mistero.


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