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giovedì 3 settembre 2015

La Storia Di Junior Seau: L' Encefalopatia e Il Suicidio

Junior Seau nasce a San Diego nel 1969, comincia a giocare a football ai tempi del high school e si trasferisce al college del South California.
Con i Trojan indossa la maglia numero 55 e raggiunge ottimi traguardi, sarà conosciuto da tutti come Linebacker.
Viene soprannominato “Tasmanian Devil” (Diavolo della Tasmania) per il suo modo di fare: divorare qualsiasi cosa gli passi davanti.
Al Draft del 1990 viene scelto dai San Diego Chargers con la quinta scelta assoluta e diventa subito il punto di riferimento della difesa.
E’ in California dove ha ottenuto i migliori risultati, i numerosi premi e convocazioni, ma gli è mancato il Super Bowl, arrivando ad un passo senza mai vincerlo.
Tra la stagione 1990 e quella del 2002 è sempre stato in California, quindi ben 13 anni, guadagnandosi 12 convocazioni al Pro Bowl e ben 10 tra gli All Pro.
Nel 1994 è stato l’AFC Player Of The Year ed è arriva al Super Bowl perdendo contro i 49ers di Joe Montana.
Nel 2003 passa ai Miami Dolphins e ci rimane fino al 2005.
Per Seau è l’inizio della fine: numerosi infortuni e prove opache lo porteranno alla decisione di annunciare il suo ritiro nell’estate del 2006.
I New England Patriots lo convincono a rimettersi l’elmetto e Seau vola con i Patrios al Super Bowl del 2007.
Anche qui la fortuna è avversa e i Giants tolgono ai Patrios la Perfect Season.
Con i Patrios rimane fino al 2010, anno in cui decide di smettere definitivamente con il football giocato.
Alla fine della sua carriera Seau ha accomulato 1849 placcaggi, 18 intercetti e 56.5 sacks.
Dopo il ritiro è stato nominato Hall Of Fame dei Chargers e ha fondato numerose associazioni per aiutare i ragazzi adolescenti che fanno abuso di droghe e di alcol.


IL SUICIDIO DI JUNIOR SEAU (2012)
“La ragazza di Seau era andata in palestra”.
Al suo ritorno, ha trovato Seau nella camera da letto, con una ferita d’arma da fuoco nel petto, un revolver vicino al corpo ma senza alcun messaggio. Aveva 43 anni”.
Lascia tre figli e una madre adorata e disperata che ieri si aggirava per le strade della cittadina della California meridionale in evidente stato confusionale.
Era il 12 Maggio 2012.
Seau soffriva di encefalopatia traumatica cronica (ETC).
Si tratta di una malattia neurodegenerativa che provoca sintomi quali demenza precoce, perdita di memoria, episodi di aggressività incontrollata e depressione.
Non lascia dubbi l’esame di anatomia patologica condotto sul cervello dell’ex Linebacker di San Diego da una commissione di cinque esperti.
Un esame post mortem che la famiglia di Seau aveva immediatamente richiesto all’indomani del tragico gesto del ‘"Diavolo Della Tasmania", che si era sparato un colpo al petto.
Un esame, unico in grado di diagnosticare questa malattia, sempre più comune per gli ex atleti della NFL, che dopo una vita passata a prendere botte alla testa cominciano ad accusarne i sintomi, fino a non essere più in grado di reggerne il peso e togliersi la vita.
Come Ray Easterling, che prima di suicidarsi aveva promosso una class action di ex giocatori contro la Nfl, o come Dave Duerson, che prima del tragico gesto aveva mandato un sms ai famigliari chiedendo che il suo cervello fosse analizzato.
Per entrambi gli esami hanno dimostrato la presenza dei sintomi di encefalopatia traumatica cronica.
Più in generale, su 35 ex giocatori della NFL cui è stato esaminato il cervello ben 34 soffrivano di ETC.
Cioè quasi il 100%
Eppure a questi atleti molto raramente sono diagnosticate concussioni celebrali mentre sono in vita.
“La logica vorrebbe che un paziente cui venga diagnosticata l’encefalopatite presenti una storia clinica di concussioni”.
Nathan Stiles, il più giovane di tutti, diciassettenne di belle speranze di Kansas deceduto sul campo durante una partita del campionato universitario e cui l’esame post mortem ha riscontrato la stessa malattia.


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