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giovedì 16 luglio 2015

La Storia Della Disco Demolition Night 1979 (Chicago White Sox)

Il 12 luglio 1979, a Cominskey Park, lo stadio dei Chicago White Sox, successe una cosa pazzesca: la Disco Demolition Night.
Prima di parlare del noto evento (poi finito male), faccio un breve riepilogo sul clima musicale di quegli anni in America.
A fine anni 70 numerose emittenti radiofoniche avevano convertito la loro normale programmazione a favore del genere disco.
In una di queste, la WDAI-FM lavorava Steve Dahl: quando i dirigenti nel periodo di Natale del 1978 decisero di sostituire il suo programma AOR (dedicato alla musica rock melodica) con uno imperniato sulla musica disco, coloro che non si vollero adeguare al cambiamento persero il lavoro.
Quando a marzo venne assunto alla WLUP-FM, Dahl che conduceva un programma molto aggressivo iniziò il suo attacco personale contro quello che riteneva il pericolo pubblico numero uno: la disco music e la dance culture.
Alle sue invettive fu dato parecchio risalto e ben presto in tutto il paese si susseguirono numerose iniziative analoghe.
Ad esempio a Detroit (città natale dei Kiss, per dirne una) la WRIF sostenne la neonata organizzazione DREAD (Detroit Rockers Engaged In Abolition Of Disco) il cui logo era una mannaia che faceva a pezzi un vinile con la scritta “Saturday Night Clever” (clever = mannaia), a San Jose in California Dennis Erectus che trasmetteva dall’emittente KOME il programma quotidiano “Erectus Wreech A Record” faceva partire un brano da discoteca per poi accelerarlo dopo poche battute a 78 giri e quindi affondava la puntina accompagnando l’effetto sonoro con rumori simili allo sciacquone di un water.
A New York la WPXI, una delle prime radio della metropoli ad aver convertito le proprie trasmissioni trasmettendo musica disco tornò rapidamente ai vecchi format programmando weekend di demolizione dei vinili.
A Los Angeles il dj “Insane” Darrell Wayne della KROQ seppelliva sulla spiaggia di Ventura Beach  alla fine di ogni trasmissione una serie di vinili disco e celebrava il “funerale disco”; anche nell’Oregon, a Portland, Bob Anchetta dj della KGON si divertì a distruggere con una motosega pile di dischi portate dai suoi ascoltatori.
Le trasmissioni “Disco Destruction” si diffusero a macchia d’olio in quasi tutte le città americane.
Alcuni gruppi si diedero da fare per mettere in vendita magliette con scritte “Morte alla Disco”, “La Disco fa Schifo”, la pubblicità era apparsa nelle pagine della rivista “Rolling Stones”.


DISCO DEMOLITION NIGHT
Tutte queste iniziative trovarono ampio spazio su giornali riviste ed in TV, ma l’evento che fece clamore e discutere per mesi nelle varie trasmissioni l’opinione pubblica fu organizzato ancora da Steve Dahl.
Michael Veeck, figlio del proprietario dei White Sox di Chicago, che si occupava di marketing, vista la deludente stagione della squadra ed il continuo calo degli spettatori paganti si inventò l’idea di mettere in scena il primo “Disco Demolition Night” con l’aiuto di Dahl, che nelle settimane prima oltre che a fare una martellante campagna pubblicitaria all’evento si era distinto per alcune deplorevoli iniziative come occupare con la forza una discoteca per adolescenti e l' idea di distruggere in diretta il 45 giri “The Hustle” di Van McCoy il giorno della morte dell’artista avvenuta per arresto cardiaco.
Mediamente quell’anno le gare pomeridiane dei White Sox avevano 12.000 spettatori.
Quel giorno se ne presentarono più di 90.000, quando il ballpark ne avrebbe potuti contenere al massimo 52.000.
Tale evento ebbe luogo al Comiskey Park di Chicago il 12 luglio 1979 in occasione del doppio incontro con i Detroit Tigers, ai tifosi venne garantito l’ingresso a 98 centesimi a patto di portare con sé un vinile disco da destinare alla distruzione.
Lo stadio come detto poteva contenere 40mila spettatori ma si riempì in poco più di un’ora e l’eco della pubblicità fatta ne fece accorrere circa il doppio da ogni parte del Paese che naturalmente non riuscendo ad avere accesso allo stadio si accalcò ai tornelli e tentò l’accesso scavalcando recinzioni o salendo sopra i piloni.
Venditori di birra, spacciatori, gente ubriaca e sotto gli effetti di droghe erano ovunque.
Quando alla fine del primo incontro (che i Sox persero), Steve Dahl diede inizio al suo show accompagnato da una donna da copertina, in completa divisa militare si portò al centro del diamante dove erano state radunate le casse con i vinili raccolti e senza pensarci due volte dopo aver aizzato il pubblico con i suoi slogan fece esplodere le casse con la dinamite.
Dischi usati dalle tribune come frisbee, gente che invase il campo distruggendo tutto quello che rimaneva da distruggere dall’erba ai seggiolini dell’impianto.
Naturalmente il secondo incontro non si svolse mai, Anderson (coach di Detroit) non mandò in campo i suoi e per riportare l’ordine dovette intervenire la polizia a cavallo.
Tantissimi furono gli arresti.
Quella che doveva essere una manifestazione goliardica si tramutò in una giornata dai contorni drammatici con numerose persone tratte in arresto per devastazione e danneggiamento di proprietà.
Dahl dichiarò alla stampa: “non sapevo quello che stavo facendo, mi sono fatto coinvolgere da questo sentimento anti disco che era già presente”.
Steve Dahl nei suoi messaggi radiofonici si illuse di decretare la morte della disco, al Comiskey Park di celebrarne il funerale.


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