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venerdì 27 giugno 2014

Floyd Landis e Lo Scandalo Doping (Tour De France 2006)

Il caso doping Floyd Landis scoppia alla fine del Tour De France 2006. Dopo le numerose defezioni al Tour de France 2006 per lo scandalo doping, Landis era considerato uno dei favoriti per la vittoria finale. In maglia gialla con 10" di vantaggio su Pereiro, lo statunitense accusò un crollo nella sedicesima tappa, da Bourg d'Oisans a La Toussuire, terminando a 8'10" dallo spagnolo.
Il giorno successivo Landis partì in una fuga solitaria verso Morzine-Avoriaz, e dopo 125 km vinse con 7'08" sul rivale Pereiro. Il suo distacco in classifica generale dallo spagnolo scese a 30" (Landis era terzo poiché Carlos Sastre seguiva in classifica il connazionale Pereiro a 12").
I distacchi rimasero invariati fino alla penultima tappa, una cronometro individuale di 57 km da Le Creusot a Montceau-les-Mines. Nella crono Landis staccò di 1'29" Pereiro e di 3'31" Sastre.
Il giorno dopo la passerella sugli Champs Élysées incoronò il quasi trentunenne statunitense, che salì sul podio assieme a Pereiro (secondo a 57") e al tedesco Andréas Klöden (terzo a 1'29").


UN CORRIDORE POSITIVO
Il 26 luglio del 2006, a pochi giorni dalla chiusura del Tour, il quotidiano danese Ekstra Bladet e l'anti-doping francese annunciarono che un corridore ben posizionato in classifica era stato trovato positivo a un controllo delle urine nella tappa di Morzine. Il giorno dopo la Phonak Cycling Team annunciò che un test delle urine di Landis era risultato positivo. Landis ovviamente negò le accuse, la Phonak dichiarò che sarebbe stato licenziato se la positività fosse stata confermata alle contranalisi.
L'esito venne confermato e Landis fu sospeso dal ciclismo professionistico e licenziato dalla sua squadra. Dopo il test positivo, Landis suggerì che i risultati erano stati manomessi o che comunque ci fosse stato qualcosa d'irregolare. Il 1 ° agosto del 2006, i media dissero che il testosterone sintetico era stata rilevato nel campione A, utilizzando il rapporto di prova isotopico del carbonio, CIR, condotto presso il LNDD. La presenza di testosterone sintetico significa che una parte del testosterone nel corpo di Landis provenivano da una fonte esterna e non era stata prodotto naturalmente dal proprio organismo. Questi risultati andavano in conflitto con l'affermazione pubblica di Landis che si trattava di un evento naturale. Il test CIR viene utilizzato per distinguere tra testosterone prodotto naturalmente dal corpo dell'atleta e testosterone sintetico introdotto da una fonte esterna. Venne anche suggerito che Landis potrebbe aver usato testosterone per lungo tempo ma era stato bravo a mascherarlo o diluirlo per evitare il rilevamento. Il 9 agosto 2006, il presidente UCI Pat McQuaid respinse la richiesta, dicendo: "Abbiamo agito correttamente. Abbiamo informato la squadra, il ciclista e la federazione che c'era stata un'irregolarità. Poi abbiamo pubblicato un comunicato stampa dicendo che un ciclista, senza farne nome, era stato trovato positivo al Tour".


IL WHISKY
"Spiegheremo al mondo perché questo non è un caso di doping ma un evento naturale in quanto prodotto dal mio organismo". Secondo Landis ciò era dovuto al consumo di whisky.
Il prof.Christiane Ayotte, direttore del laboratorio antidoping di Montreal, dichiarò che "In 25 anni di esperienza di test sul testosterone, un aumento tale del livello non poteva essere spiegato da eventuali fattori naturali. Landis in seguito fece marcia indietro: "L'idea di whisky non era mia ed è stata un'ipotesi formulata dagli avvocati".


L'APPELLO ALL'USADA
In data 11 settembre 2006 Landis chiese all' US Anti-Doping Agency (Usada) di riesaminare i campioni e quindi respingere le accuse di doping contro di lui. La richiesta di Landis venne effettuata sulla base del fatto che i campioni di urina dalla tappa 17 del Tour de France non soddisfarono i criteri dell'Agenzia Mondiale Anti-Doping (WADA). L'avvocato di Landis disse: "L'analisi è piena di errori grossolan e il risultato positivo sul campione B proveniva da un numero di campione non di Landis.


L'ATTACCO INFORMATICO
Un pirata informatico entrò nei computer del laboratorio antidoping francese di Chatenay-Malabry.
Da lì, l' hacker inviò messaggi di posta elettronica a diverse istituzioni sportive (tra cui il Comitato olimpico internazionale, l' unione ciclistica internazionale e l' agenzia mondiale antidoping) sottolineando l' inaffidabilità delle analisi realizzate dal laboratorio. A Chatenay-Malabry, periferia di Parigi, sono state rilevate, fra le altre, la positività di Lance Armstrong (retrodatata al 1999) ed appunto quella, nel luglio scorso, di Floyd Landis riscontrata nella 17ª tappa della Grande Boucle.
La polizia francese individuò uno dei responsabili: ovvero una persona dell' entourage dello stesso Landis, il quale per difendersi dalle accuse di doping aveva affidato proprio a Internet la sua memoria difensiva di trecento pagine, incentrata anche sulla fallibilità del laboratorio parigino.


LA CONFERMA E LA SQUALIFICA
Il 20 settembre 2007 l'accusa di doping  venne confermata da un collegio arbitrale e Landis venne squalificato per due anni. In risposta a questo, l' Unione Ciclistica Internazionale lo spogliò anche formalmente del Tour de France 2006 assegnato ad Óscar Pereiro. Al termine di ciò la Phonak si dissolve ed abbandona il ciclismo ritirando la sponsorizzazione.
Dopo questo verdetto, Landis tentò di ribaltare questa decisione presso il Tribunale Arbitrale dello Sport. Il 20 giugno del 2008, l'appello venne respinto.


IL RITORNO AL CICLISMO NEL 2009 E LA CONFESSIONE DEL 2010
Scaduto il periodo di stop, nel 2009 rientrò nel mondo delle corse accasandosi all'Unitedhealthcare-Maxxis, team del circuito continentale americano. In una mail datata 30 aprile 2010 spedita ai vertici del ciclismo Usa e mondiale, Landis ammise l'uso di sostanze proibite e raccontò come ai tempi della US Postal il direttore Johan Bruyneel lo istruì all'uso di EPO sintetica, steroidi e trasfusioni di sangue per sfuggire ai controlli. A spiegargli come funzionava il processo, aggiunse, era stato il sette volte vincitore del Tour Lance Armstrong. Il texano dichiarò, però, la sua innocenza, sottolineando la mancanza di prove di tali dichiarazioni. A gennaio 2011 decide di ritirarsi dalla carriera agonistica.


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